‘L’ultimo democristiano’ Casini si racconta con Patuelli e de Pascale

Ieri l’ex presidente della Camera ha presentato il suo libro alla sala Corelli, dialogando con il sindaco, il presidente dell’Abi e il professor Sandro Rogari.

‘L’ultimo democristiano’  Casini si racconta  con Patuelli e de Pascale

‘L’ultimo democristiano’ Casini si racconta con Patuelli e de Pascale

Il racconto di una vita, non solo politica ma anche di rapporti, di rispetto e amicizia. Parlamentare a 27 anni con la soggezione nei confronti di Nilde Iotti. Saldo nei principi e verso le istituzioni, cristiano "anche se peccatore, ma cristiano".

Nella presentazione del libro di Pierferdinando Casini ‘C’era una volta la politica. Parla l’ultimo democristiano’ (Piemme 2023) ci sono verità del passato, e uno spaccato chiaro del presente. A presentare il volume, alla sala Corelli, ci sono il sindaco Michele de Pascale, Antonio Patuelli, presidente dell’Associazione Bancaria Italiana e de La Cassa di Ravenna e Sandro Rogari, presidente della Fondazione Casa di Oriani. Casini si richiama al senso dello Stato, al profondo rispetto delle istituzioni, racconta episodi di vita vissuta, come quelli da presidente della Camera. Ricorda Giovanni Spadolini che lo chiamava nel cuore della notte, l’ironia di Giulio Andreotti, la fermezza nei valori di Benigno Zaccagnini. Poi Saragat, Craxi, fino a Roberto Fico che il primo giorno da presidente della Camera arriva in Parlamento in autobus, "mezzo che non utilizzerà mai più anche perché una personalità istituzionale in bus crea solo problemi e non ne risolve nessuno" commenta il senatore bolognese. Fra le tante affermazioni contenute nel libro, c’è un passaggio che ne riassume lo spirito, quello del rispetto istituzionale.

Il tema lo introduce Rogari: "Se parliamo di correttezza istituzionale, il volume riassume al meglio questo valore parlando di un momento particolare. Quando il presidente dell’Abi, Antonio Patuelli, cessa ogni contatto con Casini eletto presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario, nonostante ne avesse criticato l’istituzione".

"Conosco Pierferdinando Casini da prima che entrasse in Parlamento, nel 1983" spiega Patuelli "e ho sempre condiviso il suo rispetto per i principi istituzionali. Quando mi chiese un’opinione – l’ultima di questa fase – sulla possibilità che fosse lui a presiedere la commissione gli risposi semplicemente di attenersi ai valori che lo ispirarono da presidente della Camera: sei stato un garante. Dovrai garantire il corretto funzionamento della commissione bicamerale e non c’è bisogno, per farlo, di diventare un esperto di finanza e credito". Da lì in poi cessarono i contatti telefonici tra Patuelli e Casini. "Dopo tre mesi – commenta il senatore – mi chiesi se avessimo litigato al punto da non sentirci nemmeno più, ma Patuelli, più tardi, mi spiegò che doveva esserci un rispetto istituzionale tra un presidente di commissione d’inchiesta sulle banche e il presidente dell’associazione bancaria. Il suo è uno stile un po’ desueto, purtroppo, ma fondamentale". "Leggendo il titolo del libro – dice il sindaco Michele de Pascale – mi sarei aspettato molto più pessimismo. Invece, nelle parole di Casini c’è tanta verità e le critiche sono solo costruttive. Quello che ho apprezzato molto è l’amore per la terra, per la sua città. Legami di cui la politica ha molto bisogno".

lo. tazz.