Mattarella a Ravenna per Dante, accolto dagli applausi della piazza

L’apertura delle celebrazioni nazionali del 700esimo della morte del Poeta. In tanti davanti al maxischermo, Elio Germano emoziona

Ravenna, Mattarella inaugura le celebrazioni dantesche

Ravenna, Mattarella inaugura le celebrazioni dantesche

Ravenna, 5 settembre 2020 - Nella grande serata del Poeta Sergio Mattarella (foto) arriva in città poco prima delle 20.30. Lo accolgono il sindaco Michele de Pascale e gli applausi della piazza. Il presidente della Repubblica è in città per l'apertura ufficiale delle cerimonie per i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Partecipa all'inaugurazione del restauro della tomba e poi a un concerto nella vicina piazza San Francesco, dove vengono eseguiti brani di Liszt e Donizetti e l'attore Elio Germano legge l'ultimo canto, il XXXIII, del Paradiso.

Sono presenti vari rappresentanti delle istituzioni, Marta Cartabia, presidente della Corte costituzionale, David Ermini, vice presidente del consiglio superiore della magistratura, Riccardo Nencini, presidente della commissione Cultura del Senato, Vittoria Casa, presidente della Commissione cultura della Camera, il presidente della Regione Emilia Romagna, Stefano Bonaccini, i sindaci delle altre città dantesche Firenze e Verona, Dario Nardella e Federico Sboarina e il sottosegretario alla Cultura, Anna Laura Orrico. Tante anche le persone che seguono l'evento in diretta da un'altra piazza della città, piazza del Popolo, su un maxi-schermo allestito anche per le misure Covid.

Ravenna, Mattarella e de Pascale escono dalla tomba di Dante (Foto Corelli)
Ravenna, Mattarella e de Pascale escono dalla tomba di Dante (Foto Corelli)

Nel suo discorso de Pascale ricorda “il poeta, il teologo, lo storico, il filosofo e il politico, ma anche Dante l'uomo, con la sua sofferenza e il suo cammino verso la salvezza, e Dante il simbolo, proiettato fuori dal suo tempo e, spesso piegato, alle esigenze, nobilissime o tragiche, della contemporaneità”. Il sindaco parla degli “anni bui dove ai valori patriottici dell'Ottocento, vanno sostituendosi i disvalori di supremazia nazionalistica propagandati dal fascismo che erge Dante a uno dei simboli dell'italianità, e che promuove significativi investimenti qui nella zona dantesca”. “Ma l'appropriazione indebita in questo caso - attacca – fallisce, l'amore per Dante degli italiani supera qualsiasi barriera e a simbolo di questo, voglio ricordare Gino Gatta, Zalét, primo sindaco eletto dopo la liberazione, che, in una Ravenna semidistrutta, mentre sistema i senza tetto nell'ex caserma Garibaldi o si preoccupa di fornire latte e farmaci alla popolazione, dà immediato riavvio alle letture dantesche”.

"A l'alta fantasia qui mancò possa; ma già volgeva il mio disio e 'l velle, sì come rota ch'igualmente è mossa, l'amor che move il sole e l'altre stelle". Con gli ultimi versi della Divina Commedia, quelli che raccontano la folgorazione e il supremo appagamento di Dante, si conclude la cerimonia. A decantare il XXXIII Canto del Paradiso è l'attore Elio Germano, applaudito per diversi minuti. Applaude anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che si complimenta con l'attore. Il Capo dello Stato, prima di lasciare Ravenna senza pronunciare alcun discorso, saluta personalmente la presidente della Corte costituzionale, Marta Cartabia.