"Mio padre mi ha detto: ‘Non l’avrei mai fatto’"

Arianna Nanni, figlia di Ilenia Fabbri, ha scritto una lettera in cui ribadisce la convinzione dell’innocenza del 53enne indagato per l’omicidio della donna

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Difende il proprio padre, ripercorre quella mattina maledetta e chiede giustizia per la mamma. Arianna Nanni, 21 anni, figlia della 46enne Ilenia Fabbri uccisa verso le 6 del mattino dello scorso 6 febbraio nella sua casa in via Corbara a Faenza, ha scritto una lunga lettera che è stata mostrata in una trasmissione televisiva. La giovane ribadisce che non ritiene colpevole il proprio padre, il 53enne Claudio Nanni, indagato con l’ipotesi di essere il mandante dell’omicidio della ex moglie. "Io non voglio andare né contro mio babbo e nemmeno contro alla mia mamma che non c’è più – si legge nella lettera –, non per mano di mio babbo, ma per mano di un porco bastardo che è ancora in libertà; mentre la persona che è in una prigione mentale sono solo io". Sui rapporti burrascosi tra i genitori, finiti anche in tribunale, dice che "certe amiche di mamma hanno ragione che magari il babbo ha avuto comportamenti inesatti nei confronti della mamma, ma adesso, dopo quel che è successo, tutti dipingono mio babbo come una bestia. Mio babbo non avrebbe mai fatto un atto del genere oltre che per mamma, soprattutto per me". La 21enne aggiunge che "qualche giorno fa, mentre ero in lacrime, gli ho chiesto: ‘Sei stato veramente tu?’ e lui, in lacrime: ‘Assolutamente no, non l’avrei mai fatto!’. I miei si sono separati 2-3 anni fa e non si parlavano più".

La giovane ricorda poi la mattina maledetta, quella del 6 febbraio, quando è uscita di casa poco prima delle 6 col padre per andare a ritirare un’auto a Milano. Un appuntamento sul quale la giovane dice che "ci eravamo organizzati i giorni scorsi e mia mamma sapeva tutto (…) anche perché a mamma le dicevo ogni cosa, quindi lo sapeva". Dopo aver saputo che in casa c’era un intruso, la giovane racconta che sia a lei che al padre "è crollato il mondo addosso" e che, tornati a casa, "io sono entrata con 2 poliziotti in garage con la porta aperta (che avevo chiuso a chiave), ed entrando con loro in cucina ho visto mamma… Dopo ciò sono scappata urlando contro un poliziotto dicendo che mi doveva trovare l’assassino". In seguito, fuori dalla casa, la giovane scrive: "Urlavo e mio babbo, che era ancora all’oscuro di tutto, mi diceva: ‘Arianna calmati, non puoi urlare e comportarti così’ e allora io: ‘Babbo stai zitto perché la mamma è morta!’. Detto questo mio babbo ha iniziato a piangere". Sul padre la 21enne aggiunge che "anche l’altro giorno mi ha detto che non gli importava dei soldi e delle cause con la mamma, basta che tutte le loro cose di proprietà passassero a me". La giovane sta passando un periodo molto difficile: "Mi sento in colpa per tutto: mamma che non l’ho potuta salvare, babbo che lo faccio star male con mio nonno (il padre di mia mamma), la mia ‘amica’ che anche lei ha subito un trauma… Io quella mattina non dovevo uscire". Nel finale della lettera, la giovane ribadisce che vuole giustizia per la madre e aggiunge: "Mamma voglio lasciarti di più che una foto sbiadita sulla tua tomba. Io non ho pace e non avrò mai più pace!".