Ravenna, morte al porto, le perplessità dei sindacati

Dopo la svolta nelle indagini della Mobile e della Medicina del Lavoro: "Lati oscuri"

Morte al porto, le perplessità dei sindacati

Morte al porto, le perplessità dei sindacati

Ravenna, 23 ottobre 2020 - Lati oscuri nella morte di Franco Pirazzoli, il lavoratore 60enne del porto di Ravenna andato a compilare il modulo di recesso del rapporto di lavoro in una sede sindacale il 5 maggio e che sarebbe dovuto andare in pensione il primo ottobre ma che è deceduto il 19 agosto.

E’ quanto in una nota congiunta hanno sottolineato Cgil, Cisl, Uil, Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti alla luce della recente svolta nelle indagini della squadra Mobile della polizia e della Medicina del Lavoro dell’Ausl coordinate dal Pm Cristina D’Aniello: i risultati dell’autopsia hanno mostrato che l’uomo morì per possibile trauma da schiacciamento e trascinamento presumibilmente a opera del muletto guidato dallo stesso collega che con il suo racconto iniziale aveva orientato invece le indagini verso un malore.

Ora ci sono due persone indagate per omicidio colposo: oltre all’autista del muletto appunto (avvocato Stefano Dalla Valle) anche il legale rappresentante dell’area che aveva fatto da contesto alla tragedia (avvocato Carlo Benini). La famiglia del defunto è rappresentata dall'avvocato Giovanni Scudellari.

Pirazzoli – prosegue la nota dei sindacati - lavorava per la Staggi srl, società di facchinaggio posseduta interamente da Ifa srl, azienda proprietaria del terminal portuale nel cui piazzale l’uomo ha trovato la morte. I sindacati hanno innanzitutto indirizzato condoglianze e vicinanza alla famiglia ricordando come sempre un infortunio sul lavoro “tolse la vita 10 anni fa a Diop Gougnao travolto dai sacconi nello stesso terminal”.