Nessuna rapina sulla barca Fu un festino finito male

Assolti due tunisini accusati da un conoscente. Un imputato: "Eravamo consumatori di cocaina, si arrabbiò perché al suo arrivo l’avevamo finita"

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Per l’accusa, lo avevano rapinato e picchiato, dopo averlo sorpreso di notte mentre dormiva in una barca ormeggiata sul porto canale di Cervia. Per quell’episodio, che risale al 25 aprile 2020, il tribunale collegiale ha assolto “perché il fatto non sussiste“ i due imputati tunisini, Marhan Echahed, 36enne difeso dall’avvocato Massimiliano Nicolai, e Hatem Ben Alì detto ’Bankok’, 59 anni, difeso dall’avvocato Massimo Martini. Quest’ultimo era stato scarcerato a settembre di quell’anno dal tribunale del Riesame, che già all’epoca aveva ritenuto deboli gli elementi di accusa. La Procura, col Pm Antonio Vincenzo Bartolozzi, chiedeva sei anni per entrambi gli imputati per le accuse, in concorso, di tentata estorsione aggravata, rapina e lesioni aggravate e, per il solo ’Bankok’, lesioni e minacce anche il giorno dopo.

A denunciare il presunto pestaggio era stato il 37enne Simone Baldino, senza fissa dimora: quella sera, ha detto, svegliato da rumori, mentre ’Bankok’ faceva il palo a poppa, Marhan gli si era avventato contro, premendogli le ginocchia al petto per poi colpirlo con una testata al naso e chiedendogli 50 euro, per poi al suo rifiuto trovarsi con una bottiglia rotta puntata al collo. Finito il pestaggio i due tunisini sarebbero fuggiti, senza i soldi ma col suo cellulare. Il giorno dopo lo stesso Baldino, mentre attendeva il pasto davanti a Mensa Amica, sarebbe stato nuovamente minacciato da ’Bankok’. Ieri l’imputato Marhan – Bankok, apparso in aula per la prima volta, non ha parlato –, ha reso una versione diversa. Anzitutto ha inquadrato la vicenda nel contesto di un uso comune e quotidiano di cocaina da parte dei tre. E ha spiegato che quella sera lui e l’altro tunisino avevano finito la droga prima che arrivasse Baldino per il festino. Da lì era nata una accesa discussione: "Io sono andato via, lasciando lì Bankok e Baldino, che il giorno dopo mi ha anche chiesto scusa".

Le difese hanno fatto leva sulle crepe nella versione della parte offesa, ritenendola poco credibile laddove negava l’uso di cocaina, sostenendo fosse stato aggredito senza motivo, mentre dormiva in una barca non di sua proprietà, quasi fosse stato un facoltoso turista sorpreso da due farabutti. I 50 euro che avrebbero preteso da lui corrispondono al costo di una dose, quella che i tunisini avevano ’bruciato’ senza aspettarlo. Per le difese la scena del crimine, la barca, non è mai stata ispezionata dai carabinieri, la bottiglia rotta mai ritrovata, così il telefonino oggetto della presunta rapina. Le telecamere non hanno filmato nulla di rilevante. Altra stranezza: il Baldino non andò subito al pronto soccorso, né dai carabinieri. E il giorno dopo, inusuale, fu ancora uno dei rapinatore, Bankok, ad aggredire il rapinato, non il contrario come logica vorrebbe. Solo a quel punto andò a fare denuncia.

Lorenzo Priviato