"No rischio esplosione. Ma di una fiammata molto più ampia"

Il comandante provinciale dei vigili del fuoco spiega che l'incendio al distributore Coil è stato causato da una fiammata breve. Le cisterne di carburante non erano a rischio di esplosione.

"No rischio esplosione. Ma di una fiammata molto più ampia"

"No rischio esplosione. Ma di una fiammata molto più ampia"

L’interrogativo è d’obbligo. Alla luce di quanto successo, il distributore Coil sarebbe potuto esplodere? Le conseguenze, anche per le abitazioni circostanti del quartiere darsena, ma anche per automobilisti, passanti e lavoratori delle attività limitrofe, avrebbero potuto essere più pesanti? Lo abbiamo chiesto al comandante provinciale dei vigili del fuoco, Antonio Petitto (foto).

Comandante, è mancato l’innesco, tipo presenza di gas? Per questo non è saltato in aria tutto?

"L’innesco c’è stato: è l’accendino e la carta cui è stato dato fuoco. Il tema è un altro. A bruciare non è la benzina, ma il vapore che la benzina genera e si miscela con l’aria. Ciò crea una nube di vapore che si disperde nell’aria. Più grande è la nube di vapore, più grande è l’incendio che ne deriva".

E in questo caso cos’è successo?

"Quell’uomo ha dato subito fuoco alla benzina rovesciata a terra, la quale in buona sostanza non ha avuto tempo di evaporare. Non a caso, la fiammata è stata relativamente breve e si è esaurita rapidamente. La nostra squadra non ha dovuto lavorare sull’incendio. Quando siamo intervenuti, il fuoco si era già estinto. Ciò che restava da mettere in sicurezza erano i danni all’impianto, agli erogatori e alla colonnina che distribuisce le banconote".

Quindi, perché vi sia il pericolo di un’esplosione, occorre che passi del tempo.

"Non di esplosione, ripeto, ma di un incendio più grande. Più tempo si dà alla benzina di evaporare, più la nube che si crea, se prende fuoco, può generare una grossa fiammata. E in quel caso sì, investire tutto quanto c’è attorno, oggetti e persone. In gergo viene definite flash fire".

Sotto il piazzale dato alle fiamme ci sono le cisterne di carburante. Quelle avrebbero potuto esplodere, o prendere fuoco?

"Assolutamente no, le cisterne sono progettate e realizzate con sistemi di sicurezza che non consentono all’aria di formare miscele infiammabili all’interno dei serbatoi stessi".

Dai filmati dei testimoni, ad un certo punto si nota l’operatore compiere alcune manovre. Ciò può avere contribuito a limitare i danni?

"Ogni gestore ha il potere di attuare il sistema di sicurezza più elementare, interrompere l’erogazione elettrica, che a sua volta interrompe l’alimentazione e quindi la fuoriuscita di carburante".

Lorenzo Priviato