Oggi è Santa Lucia, portava doni e dolciumi su un asinello volante

Oggi è Santa Lucia, la santa della luce, protettrice degli occhi e degli oculisti e in questo giorno la tradizione ricorda "la notte più lunga che ci sia". Certi detti, però, hanno la scadenza, e il detto legato a Santa Lucia appartiene a questa categoria. Il vecchio calendario giuliano, introdotto da Giulio Cesare nel 45 a.C., ogni anno “perdeva” circa 11 minuti e come conseguenza gli equinozi e i solstizi tendevano a spostarsi all’indietro per cui si giunse a un certo punto in cui l’equinozio di primavera non cadeva più il 21 marzo. Per questo motivo papa Gregorio XIII operò la riforma del calendario (la famosa “Riforma gregoriana”) a seguito della quale fu necessaria, per mettere il sole al passo con le stagioni, la soppressione di ben 10 giorni. E al giovedì 4 ottobre del 1582 seguì il venerdì 15 ottobre e con questo aggiustamento il solstizio d’inverno, che capitava intorno al 13 dicembre, fu riportato al 21.

Detto questo risulta chiaro che l’antico detto “funzionava” prima della riforma mentre oggi non è più valido perché la notte più lunga cade nel giorno del solstizio che quest’anno si verificherà il 21 dicembre. Una antica leggenda racconta di una grave epidemia di “male agli occhi” che aveva colpito in particolare i bambini e di fronte a questo morbo la gente di campagna chiese la grazia a Santa Lucia compiendo pellegrinaggi a piedi scalzi e senza mantello. La storia tramandata racconta che a causa del freddo i bambini della città si unirono alla processione a piedi scalzi e la Santa, per ricompensarli, avrebbe fatto trovare, al loro ritorno, numerosissimi doni. E in molti luoghi è rimasta l’usanza per tutti i bambini di andare a letto alla vigilia della festa con la consapevolezza che Santa Lucia, a bordo di un asinello volante, avrebbe portato loro regali e dolciumi. Molti detti legati a questa ricorrenza ricordano la notte più lunga e secondo uno di questi la notte era talmente lunga che la santa ebbe tutto il tempo di farsi una camicia, dalla filatura fino alla confezione dell’indumento. Altri detti richiamano il gelo e la neve: "Par Santa Luzì e fred l’agiaza la vi" e "Par Santa Luzì l’imbianca la vi". Secondo una antica usanza romagnola nella giornata di Santa Lucia si regalava alle donne il torrone avvolto in un fazzoletto legato ai quattro angoli. Il torrone, inoltre, doveva essere artigianale. In certe località usa ancora il rito religioso della “benedizione degli occhi”. In Romagna la santa della luce è la patrona di Casola Valsenio.

Franco Gàbici