Omicidio di Faenza: nessuna impronta di Nanni sui soldi sequestrati

L’accertamento della Scientifica sui 2.200 euro trovati a casa di Pierluigi Barbieri avvalora la veridicità della sua confessione

Il sicario reo confesso dell’omicidio di Ilenia Fabbri, Pierluigi Barbieri

Il sicario reo confesso dell’omicidio di Ilenia Fabbri, Pierluigi Barbieri

Faenza (Ravenna), 28 marzo 2021 - Non c’è nessuna impronta dell’ex marito della vittima sui 2.200 euro trovati al sicario reo confesso al momento del suo arresto il 3 marzo scorso. E questo, letto in chiave accusatoria, avvalora ulteriormente la veridicità delle confessioni rese da Pierluigi Barbieri, alias lo Zingaro, di origine cervese ma da tempo domiciliato nel Reggiano.

Quei soldi l’uomo li custodiva in parte addosso e in parte in un armadio in camera nella sua abitazione reggiana. Già nella prima confessione, quella dell’8 marzo durante l’interrogatorio di garanzia, Barbieri aveva sostenuto che per uccidere Ilenia fabbri, la 46enne ammazzata nella sua abitazione di via Corbara a Faenza il 6 febbraio scorso, aveva ricevuto la promessa dall’ex marito della donna, il meccanico 54enne Claudio Nanni, di 20 mila euro più un’auto usata. Una promessa appunto: rimasta come tale. Mentre per quanto riguarda quei contanti, a suo dire era giunti da imprecisata fonte ma non dal meccanico faentino. Nanni da parte sua nella medesima circostanza, aveva invece sostenuto di avere ingaggiato l’amico per spaventare la ex moglie, senza però farle del male, corrispondendogli in anticipo circa 2.000 euro. L’accertamento dattiloscopico, delegato dal pm Angela Scorza alla polizia Scientifica di Bologna, ha ora sgomberato il campo da ogni dubbio residuo: quella mazzetta non è mai passata per le mani del Nanni. A questo punto all’appello sul fronte tecnico per completare l’indagine mancano fondamentalmente due relazioni: quella dell’esame autoptico e quella del materiale repertato dalla Scientifica romana sia sulla scena del crimine che sulla Toyota Yaris in uso al Barbieri.

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Dall’ultima confessione resa dallo Zingaro il 17 marzo scorso in questura, è intanto emerso un altro particolare: che, sempre secondo Barbieri, Nanni gli aveva garantito che era possibile infilare il corpo di Ilenia dentro al trolley da lui acquistato in quanto lui stesso aveva provato a entrarvi. Quel trolley – per lo Zingaro – nella prima stesura del piano omicidiario, avrebbe dovuto servire a trasportare Ilenia, una volta soffocata nel sonno, da via Corbara fino alla buca scavata da Nanni poche centinaia di metri più avanti a ridosso di un cavalcavia. Per evitare l’inopportuno via vai di curiosi ma soprattutto per evitare che qualcuno ci cadesse dentro facendosi male, lo stesso pm ha dato disposizione agli agenti del locale Commissariato di coprirla. Per quanto riguarda Nanni, ieri ha avuto un secondo incontro in carcere con il suo nuovo avvocato Francesco Furnari. La figlia Arianna, che gli ha finora sempre creduto, sta pensando a presentare al magistrato competente una nuova domanda per incontrare il genitore in carcere dopo il no incassato la prima volta.