Omicidio Felice Orlando, la pista: il corpo è stato trascinato

Il 49enne cacciatore è visto vivo l’ultima volta da un vicino alle 18 di sabato. Non si esclude sia stato trascinato lì già cadavere

Castel Bolognese (Ravenna), 4 novembre 2022 - Non si esclude alcuna ipotesi, anche che l’omicidio possa essere avvenuto in un altro punto rispetto a quello di ritrovamento del cadavere. Potrebbe spiegarsi così l’assenza di impronte rilevanti sul terreno e, in parte, anche quella del fucile del cacciatore ucciso. Prosegue il lavoro degli inquirenti, che non scartano neppure altre piste, per fare luce sulla morte di Felice Orlando, l’operaio 49enne nato a Cosenza, ma da tanti anni residente in Romagna, uscito sabato pomeriggio di casa per andare a caccia, freddato in un frutteto di kiwi a poche centinaia di metri dalla sua abitazione di Castel Bolognese e ritrovato senza vita domenica mattina dal padre convivente in un fossato di scolo, senza il suo fucile accanto ma solo con i cani che lo avevano vegliato tutta la notte e abbaiando davanti a casa all’indomani avevano condotto sul posto il padre Giuseppe.

Omicidio di Felice Orlando, si studiano tempi, distanze e il luogo dell’ultimo incontro - Felice Orlando ucciso a Castel Bolognese: lo ha freddato un altro cacciatore - 

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Il 49enne è stato centrato, presumibilmente tra le 18.30 e le 19 di sabato, ovvero poco dopo il tramonto, da due colpi esplosi con un fucile da caccia: uno alla schiena da un paio di metri e uno alla nuca da distanza ravvicinata rivelatosi fatale a mo’ di esecuzione. Questo orario è compatibile con quello – le 18 – in cui un vicino avrebbe visto Orlando per l’ultima volta.

Almeno sulla scena del ritrovamento del cadavere non sono state repertate tracce compatibili in maniera netta con una colluttazione: è dunque probabile che l’arma del delitto non sia il fucile con cui l’uomo era andato a caccia – e non ancora recuperato nonostante le ricerche con droni, cani molecolari e metal detector – ma quello che l’aggressore aveva con sé (impossibile al momento restituirne l’esatto calibro in attesa degli esiti della consulenza balistica). Il cacciatore aveva con sé un fucile calibro 12, che utilizzava per sparare a lepri e fagiani. Ma gli investigatori stanno cercando anche un secondo fucile, che mancava dall’armadietto blindato in cui l’uomo deteneva, regolarmente, le sue armi per eserciatre l’attività venatoria. Non si esclude che un di questi fosse stato portato in una qualche armeria oppure ceduto a qualcuno in comodato d’uso. Al momento lo si sta ancora cercando.

I carabinieri del nucleo Investigativo di Ravenna, Nor e Stazione di Castel Bolognese - coordinati dai Pm ravennati Daniele Barberini e Silvia Ziniti - stanno ascoltando vicini di casa, amici e colleghi di lavoro (la vittima lavorava per una ditta di recupero rottami di Faenza, sempre nel Ravennate). Ma è chiaro che una lente d’ingrandimento è stata collocata sul modo venatorio locale. In tal senso, non sono emerse multe al 49enne per trasgressione di regole sulla caccia. O denunce pendenti nei confronti di altre persone, cacciatori e non, oppure a suo carico. Ieri intanto dalla Procura è arrivato il nulla osta ai funerali.