Paola Baldini in corsa per il David di Donatello

L’attrice ravennate ha interpretato Tonina Pantani nella pellicola dedicata al Pirata: "L’ho saputo al telefono, non ci volevo credere"

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L’attrice ravennate Paola Baldini è in concorso al David di Donatello come attrice non protagonista per ‘Il caso Pantani’, film di Domenico Ciolfi del 2020 nel quale interpreta Tonina, la madre del campione. Diplomata alla Civica Scuola d’Arte Drammatica Piccolo Teatro di Milano, oggi Paolo Grassi, l’attrice è stata più volte segnalata come migliore attrice al premio Ubu. Ha lavorato al CRT Centro di Ricerca per il Teatro di Milano e al teatro Arena del Sole di Bologna. Ha collaborato con Rai 3 e Rai 2 a diverse trasmissioni radiofoniche. Insegna recitazione all’Accademia del Musical di Ravenna diretta da Laura Ruocco e tiene corsi di teatro per adulti a Marina di Ravenna.

Come ha saputo di essere in concorso per il David di Donatello?

"Me lo ha detto un amico al telefono, era convinto lo sapessi, e all’inizio ho pensato scherzasse. Essere in concorso è il primo passaggio, ci sarà un’ulteriore scrematura per scegliere le candidature tra le quali risulterà il vincitore. Comunque una bella soddisfazione".

Cosa conosceva del personaggio di Tonina Pantani quando le è stata proposta la parte?

"Sapevo chi era, come tutti quelli che hanno seguito la vicenda di Marco Pantani. Quando il regista mi ha chiamata per dirmi che aveva pensato a me è stata una bella sorpresa".

In che modo si è preparata a interpretare il personaggio?

"All’inizio ero combattuta, ho pensato di guardare tutte le interviste per studiare i suoi movimenti, il modo di parlare, ma mi sono accorta che non faceva per me. Allora mi sono affidata alle sue parole, a quello che lei in tutti questi anni ha detto. In quelle parole ho cercato il suo cuore".

Tonina Pantani è una donna dal carattere forte.

"Per il temperamento mi ha ispirata la mia origine contadino romagnola. Tonina mi ha ricordato mio nonno e anche me per certi versi. Io sono timorosa quando devo affrontare cose di poco conto, ma di fronte alle ingiustizie o se devo difendere le persone a cui voglio bene non ho paura di niente e nessuno. Tonina Pantani è una madre che ha rivelato una forza enorme, senza mai cedere".

L’ha mai incontrata durante la lavorazione del film?

"Mai. L’ho incontrata la prima volta all’anteprima, alla proiezione a porte chiuse per gli addetti ai lavori. Ero emozionantissima e agitatissima: quella sera per la prima volta mi sarei vista sullo schermo e avrei conosciuto lei".

E come è andata?

"Quando ci siamo incontrate io le ho chiesto se ero riuscita a fare un buon lavoro. Ero rigida, stavo lì ferma, e lei mi ha abbracciato, ha detto che ero stata bravissima. Io temevo di non essere all’altezza del suo dolore".

Di Marco Pantani invece cosa sapeva prima del film?

"Non sono una grande appassionata di sport, tantomeno di ciclismo. Però ricordo perfettamente dov’ero e cosa stavo facendo quando sentii al telegiornale la notizia della sua squalifica per i fatti di Madonna di Campiglio. Ricordo che ci rimasi male, perché a Pantani volevamo bene tutti, anche chi non lo seguiva come sportivo".

Lei viene dal teatro e ‘Il Caso Pantani’ è il suo primo ruolo cinematografico. Com’è stato?

"Quando il regista, Domenico Ciolfi, mi ha telefonato per propormi la parte, mi è preso un colpo perché cinema e teatro sono due strumenti completamente diversi. Gli ho detto ‘Ma sei sicuro?’. Continuavo a chiedergli di farmi prima un provino, ma lui era tranquillo, è venuto a casa mia con la sceneggiatura, proprio come si fa con le star (ride). Ma io ero solo terrorizzata".

Cosa la colpisce di più del cinema rispetto al teatro?

"In teatro è come se avessi di più la situazione sotto controllo, al cinema è come se fossi invece nelle mani di altri, del regista del montatore. Tu fai la tua parte e dopo un anno ti vedi in qualcosa di completamente diverso. Il cinema però rompe la maledizione dell’attore di teatro condannato a non vedersi mai".

Annamaria Corrado