
L’episodio è avvenuto nella discoteca all’aperto ‘Touché’ nel centro di Marina di Ravenna e ha visto coinvolti diversi ragazzi; alcuni non sono stati identificati
Sei mesi di condanna. È quanto chiesto dalla Procura di Ravenna per due ragazzi di 24 e 27 anni, accusati di essere gli autori, insieme ad altre persone non identificate, di un pestaggio ai danni di un 29enne avvenuto nella serata del 19 maggio 2019 all’interno della discoteca ‘Touché’ di Marina di Ravenna. Ieri mattina in tribunale a Ravenna, davanti al giudice Tommaso Paone, il viceprocuratore onorario Marianna Piccoli ha ripercorso quanto emerso durante il processo con imputati il 24enne, un lughese residente a Russi difeso dall’avvocato Carlo Benini, e il 27enne, un albanese anche lui residente a Russi difeso dall’avvocato Gianfranco Gallo. A partire dal referto del 29enne picchiato, un bagnacavallese tutelato dall’avvocato Alessandro Mancuso, in cui si legge di un “trauma craniofacciale“ con “frattura mascellare“ e prognosi di 30 giorni.
A scatenare la rabbia del gruppo che si è avventato sul 29enne, che aveva prenotato un tavolo nel locale, sarebbe stato il passaggio del giovane in un punto descritto come piuttosto stretto e angusto. A questo punto le versioni di accusa e difesa iniziano a distanziarsi: da una parte l’accusa parla del minorenne della compagnia che avrebbe bloccato il 29enne e avrebbe iniziato a spingerlo in maniera particolarmente aggressiva e lui avrebbe risposto con una manata al giovanissimo, da cui sarebbe nato il pestaggio. Per la difesa, invece, il 29enne era molto ubriaco e avrebbe infastidito e provocato il gruppo fino all’acceso confronto con il ragazzino a cui avrebbe dato uno schiaffo sonoro sulla guancia. Da qui la reazione della comitiva per difendere il più giovane. Reazione che per l’accusa è stata naturalmente sproporzionata tra calci e pugni al volto del 29enne. Il referto medico, in cui si legge di una frattura mascellare, e il riconosciuto di due del gruppo (gli imputati) da parte della parte offesa, anche grazie ai social, per la Procura sono elementi che provano la penale responsabilità del 24enne e del 27enne: da qui la richiesta di condanna a sei mesi di reclusione. Condanna che è stata chiesta anche dall’avvocato Mancuso al termine di una lunga arringa sull’inattendibilità, a suo parere, di alcuni testimoni della difesa. Il legale ha anche chiesto un risarcimento di 20mila euro e una provvisionale di 10mila. Infine hanno parlato gli avvocati della difesa che hanno invece puntato sull’attendibilità dei loro testimoni, avanzando dubbi su dichiarazioni dei testimoni dell’accusa, per concludere parlando dell’assenza di prove che i due imputati abbiano commesso il fatto. Per questo entrambi i legali hanno chiesto l’assoluzione piena. A metà gennaio, dopo le repliche, è attesa la sentenza.
Milena Montefiori