Revocata la confisca alla mafia di un edificio

Via Granarolo, tornato al proprietario dopo una sentenza della Corte d’appello di Catania. Il Comune voleva realizzarvi un progetto sociale

Revocata la confisca alla mafia di un edificio

Revocata la confisca alla mafia di un edificio

Il terreno e il fabbricato confiscati in via Granarolo sono stati tolti dalla disponibilità del comune di Faenza e torneranno a essere utilizzati dal proprietario. A esprimersi nel merito della questione è stata la Corte di appello di Catania che, sciogliendo la riserva, ha accolto nelle scorse settimane l’istanza presentata dalla proprietà, notificando poi l’ordinanza di revoca del provvedimento e disponendo la restituzione dei beni confiscati. Tra questi anche il fabbricato di circa 1.800 metri quadri e il circostante terreno di circa un ettaro, assegnati al comune di Faenza con apposito decreto dell’aprile 2023. Quel terreno era in mano all’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata dal 2012, in forza di una sentenza del tribunale di Catania e di un ulteriore pronunciamento della Corte di Cassazione risalente al 2016.

Nel luglio 2022, l’agenzia aveva inviato apposita comunicazione al comune di Faenza chiedendo all’ente di manifestare il proprio interesse all’acquisizione dei beni nel territorio comunale. Interesse che era poi stato manifestato dalla municipalità attraverso una delibera del consiglio comunale, votata a gennaio 2023, in cui era stata rappresentata la prospettiva di utilizzare il terreno per finalità sociali. In tale occasione l’amministrazione aveva informato il consiglio comunale anche sullo stato del fabbricato, che secondo le evidenze dei tecnici sarebbe risultato "abusivo in mancanza delle autorizzazioni edilizie necessarie e del permesso di costruire - e pertanto - non sanabile, da demolire".

Inoltre, prima di intraprendere qualsiasi azione, l’amministrazione aveva richiesto l’esecuzione sul terreno delle analisi ambientali, in virtù dell’ipotesi che fosse stato "utilizzato per lo scarico di materiali edili". Alla fine di febbraio poi l’Agenzia aveva deliberato il trasferimento dei beni al Comune di Faenza per finalità sociali. Nei mesi successivi però la proprietà, che all’epoca era impossibilitata per legge a tutelare i propri interessi, ha presentato ricorso e una documentazione mai esaminata nel processo e così, in forza delle nuove risultanze nonchè in virtù dell’estraneità alla vicenda giudiziaria per la quale era stato invece condannato un altro componente del nucleo familiare, il ricorso è stato accolto. Avverso il provvedimento sarebbe stato ammissibile un controricorso straordinario al Presidente della Repubblica, oppure al Tar del Lazio, che però Palazzo Manfredi non è intenzionato a presentare nel rispetto della sentenza, anche perché oltre ai controlli non era stato pianificato e concretamente deliberato alcun investimento su quel terreno.