REDAZIONE RAVENNA

Ravenna, cade in una buca e si rompe la spalla. Per il tribunale doveva stare più attenta

Per una signora che si era fatta male in via Faentina, il danno era stato stimato in 22 mila euro. Ora dovrà pagare pure le spese legali al Comune

GROVIERA La donna a fianco della buca sulla quale è caduta

Ravenna, 5 giugno 2018 - Non lo aveva ancora smaltito choc per la morte del figlio Vadim, il 22enne trovato senza vita in un canaletto di Riccione all’indomani della Notte Rosa del 2012. Era un pomeriggio piovoso, quello del 6 ottobre 2013. Concettina Bufalino camminava lungo via Faentina quando inciampò in una buca del manto stradale, a suo dire non visibile in quanto piena d’acqua e perché era già buio. A causa di quella rovinosa caduta, si ruppe una spalla e fece causa al Comune. A distanza di anni, il tribunale ha assolto il Comune e ha condannato la donna a pagare le spese legali all’amministrazione pubblica. Piove sul bagnato per la sfortunata famiglia di Giuseppe Piccione, l’uomo che da anni si batte per chiedere giustizia dopo la morte del figlio. E ora questa ulteriore grana: 3.700 euro da versare, in un momento non facile anche dal punto di vista economico.

«Oltre al danno, la beffa – racconta Piccione –. La stessa assicurazione del Comune aveva quantificato in 22 mila euro il danno subito da mia moglie, ma sarebbe stata disposta a pagarne solo un quinto. Per questo con il nostro legale decidemmo di andare in causa». Il Comune attribuiva la presenza dell’avvallamento a interventi di soggetti terzi, ma disconosceva ogni responsabilità sull’incidente, ritenendo la buca «facilmente evitabile e ben visibile». Di fatto l’unica persona testimone oculare dell’accaduto, nel frattempo è deceduta. In ogni modo, il giudice civile ha ritenuto che «ove anche fosse stata fornita prova della dinamica del sinistro, la responsabilità dello stesso sarebbe stata con ogni probabilità interamente imputata a mancanza di prudenza e diligenza della stessa danneggiata».