
L’assessora Del Conte: "Interventi necessari per mettere in sicurezza il territorio dopo gli allagamenti". Il Comune di Ravenna ha richiesto alla Struttura commissariale ben 34 milioni di euro per procedere.
Sette ponti da demolire e ricostruire completamente. In pratica tutti, tranne uno. Sono lavori ingenti quelli che il Comune di Ravenna indica come necessari per mettere in sicurezza il territorio dopo le alluvioni. E che ha chiesto alla struttura commissariale di finanziare, inserendoli nei cosiddetti ’Piani speciali’ attesi da mesi per ridisegnare il territorio mettendolo in sicurezza dopo il disastro di maggio 2023. "Sono previste nuove modalità e regole per intervenire sui ponti – spiega l’assessora ai Lavori pubblici Federica Del Conte –. Innanzitutto occorre alzarli di oltre un metro rispetto al livello attuale, poi non devono esserci piloni nell’alveo. Quindi ci sono modalità più restringenti rispetto a quelle che venivano seguite finora".
I ponti su cui intervenire sono, quindi, tutti quelli sui fiumi a eccezione di Grattacoppa. E difatti la cifra che il Comune ha richiesto alla struttura commissariale è di ben 34 milioni di euro. Naturalmente si tratta di lavori da eseguire nel giro di anni, anche per limitare i disagi al traffico.
Veniamo alle strutture da rifare. Tra questi spicca il ponte Assi, su cui il Comune è intervenuto da poco: nel 2019 vennero fatti lavori di ripristino tecnologico e risanamento strutturale per 700mila euro che durarono nove mesi e comportarono la chiusura totale del manufatto per tre. "Era stato un intervento di miglioramento – dice Del Conte – ma non di risoluzione di tutte le criticità. Non ha riguardato tutta la struttura". E così andrà rifatto secondo le nuove regole. E lo stesso vale ovviamente per il ponte di via Cella a Madonna dell’Albero, di cui si parla da anni. Avrebbe dovuto essere rifatto nel 2021, poi i lavori sono slittati. "Era in corso la progettazione, poi abbiamo fermato tutto quando si è iniziato a parlare di Piani speciali e di un adeguamento normativo più restrittivo. Dobbiamo comunque aspettare per avere indicazioni più corrette". Nel frattempo dovrà essere eseguito un intervento più ’leggero’, da 276mila euro, o il ponte rischia a breve di non essere più transitabile nemmeno alle auto. La progettazione in corso si è poi interrotta, in attesa di direttive, anche per un altro manufatto: quello a Savio. E vanno demolite e ricostruite poi altre quattro strutture: quella tra Lido di Classe e Lido di Savio, sempre sul Savio; quella sulla Romea sud alle porte di Ponte Nuovo; il ’Bailey’ che unisce Lido di Dante e Lido Adriano (e anche in questo caso sono anni che si parla della necessità di una ricostruzione) e infine quello sul Lamone in viale Italia, a Marina Romea andando verso Casal Borsetti. L’unico idoneo è quello di Grattacoppa, il cui cantiere è partito prima dell’alluvione: per fortuna il progetto è stato fatto in modo lungimirante, senza piloni nell’alveo e con una struttura più alta della precedente.
Naturalmente quelli citati non sono tutti i ponti che attraversano i fiumi del territorio, ma solo quelli di competenza comunale. Ciò significa che l’ammontare complessivo di lavori – e disagi – che andranno affrontati è molto più alto.
Sara Servadei