"Sfrattati assieme ai nostri 17 ospiti"

Entro il 25 aprile la struttura per anziani Casa Celeste a causa delle morosità dovrà lasciare gli spazi che occupava in pieno centro

"Sfrattati assieme ai nostri 17 ospiti"

"Sfrattati assieme ai nostri 17 ospiti"

"Ho lo sfratto, ora con una data: il 25 aprile. Se non trovo una casa con spazi adeguati e un affitto ragionevole sarò costretta a chiudere l’attività e a riaffidare i miei ospiti alle loro famiglie". Gabriella Giubbi, infermiera oggi in pensione, da 23 anni gestisce Casa Celeste, gruppo famiglia per anziani aperto più di 30 anni fa in un palazzo storico in centro a Faenza. Nell’attività oggi l’affianca il figlio Alessandro Esposito. I suoi ospiti sono 17 anziani, 16 residenti e un giornaliero. Persone non pienamente autosufficienti o comunque con necessità di accudimento e vigilanza, che le loro famiglie non possono offrire. Alcuni sono seduti, altri in piedi, una signora cammina avanti e indietro contando i suoi passi, una in poltrona fa le parole crociate, una signora scrive, altri chiacchierano in salotto.

Casa Celeste occupa tre appartamenti al primo piano del civico 65 di corso Mazzini, una superficie di 700 metri quadri, distribuita in una decina di grandi camere, doppie e singole, servizi, sala da pranzo, cucina, salotto e un ampio ingresso. "Adesso abbiamo lo sfratto – afferma Giubbi – dovuto ad alcuni mesi di morosità a causa di difficoltà nel periodo del Covid. Io però cercavo un’altra sede già da prima, perché quest’appartamento ha alcune criticità: andrebbe rinfrescato, non c’è l’ascensore, abbiamo un servoscala nella scala di servizio. Mi sono rivolta alle agenzie immobiliari, a conoscenti, e ho chiesto aiuto all’amministrazione comunale e alla curia. Ma finora non è emerso nulla. Per un momento era parso possibile ragionare sul monastero di Santa Chiara, in via della Croce, ma poi è servito per le emergenze ucraini e alluvionati. E ora sembra in vendita".

"Adesso con l’ordine di sfratto il trasferimento è più urgente – racconta –. Ho incontrato l’assessore al welfare Davide Agresti due anni fa e poi di nuovo un anno fa prima dell’alluvione, insieme al vicesindaco Fabbri e alla dottoressa Cilla (Donatina Cilla, direttrice distretto sanitario ndr). Quest’ultima mi ha invitato far visitare i miei ospiti dalll’Uvg ( l’unità di valutazione geriatrica che valuta la condizione dell’anziano) dell’Ausl e di chiudere. Ovvero li mandi a casa, l’Ausl deciderà eventuali ricoveri in Cra e tu farai la pensionata".

"I miei ospiti – continua Giubbi, con voce ancora piccata per il ricordo di quell’invito – possono farsi visitare per entrare in una struttura pubblica quando vogliono, se non lo fanno è perché qui stanno bene, sono assistiti, hanno una buona socialità e i parenti vengono a trovarli quando vogliono, anche senza preavviso. Pensavo di poter avere collaborazione dall’Ausl, perché le famiglie che necessitano di aiuto sono tante e in crescita, mentre la disponibilità nelle strutture pubbliche e convenzionate è poca. Le mie rette sono accessibili, l’ambiente familiare e sicuro. Il Covid qui non è arrivato, se non in forma asintomatica nella seconda ondata quando avevamo tutti, ospiti e operatori, già con tre vaccinazioni. In ogni caso obiettivamente se chiudo 17 famiglie faentine avranno serie difficoltà a gestire a casa i loro cari in attesa della chiamata dei servizi sociosanitari".

Da qui la richiesta di aiuto. "Mi appello ai faentini per chiedere idee o proposte concrete per nuovi spazi per Casa Celeste – conclude Giubbi –: una casa per anziani che in oltre 30 anni di attività ha assistito alcune centinaia di persone, tutte arrivate attraverso il passaparola, la migliore e nel nostro caso l’unica pubblicità".

Claudia Liverani