"Tamponi, in ambulatorio non siamo attrezzati"

Falcinelli (presidente dell’Ordine dei meidici): "Non abbiamo le protezioni e così si metterebbero in pericolo gli altri pazienti"

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Farsi carico responsabilmente di una assistenza territoriale che vada oltre l’ordinario e sappia intercettare quanti più pazienti possibili prima che sia necessaria l’ospedalizzazione". Sono le parole di Stefano Falcinelli, presidente dell’Ordine di Ravenna, sul ruolo di una categoria, quella dei medici di medicina generale, di cui si è discusso parecchio dall’inizio della pandemia.

Falcinelli, fino a che punto è realizzabile l’idea dei tamponi negli ambulatori di medicina generale?

"Farli nei nostri ambulatori sarebbe complicato, perché non sono attrezzati, non abbiamo le protezioni adeguate, inoltre sono presenti altri pazienti. Però siamo disponibili a partecipare all’organizzazione di un progetto che ci coinvolga nella diffusione dei tamponi antigenici, che sono cosa diversa rispetto a quelli molecolari".

Qual è la differenza?

"Gli antigenici, quelli che faremmo noi, non si utilizzano per la diagnosi perché sono certi nel definire la negatività, ma non altrettanto attendibili per individuare la positività di un paziente. Possono servire ad esempio a tracciare i contatti asintomatici di pazienti positivi, a dichiarare conclusa una quarantena".

Si potrebbero coinvolgere gli ambulatori grandi, individuando spazi dedicati.

"La soluzione potrebbe essere quella di uno spazio diverso dagli ambulatori, o di un tempo diverso, quando cioè non sono presenti i pazienti abituali. Come è stato fatto per i vaccini antinfluenzali, per i quali abbiamo dato appuntamento di sabato. C’è anche un’altra questione".

Quale sarebbe?

"Non abbiamo certezze sul finanziamento e quindi sul numero di tamponi antigenici realmente disponibile sul territorio. Si sta ancora discutendo a livello regionale e anche locale su come organizzarli. Riguardo a quelli molecolari, non dovrebbero esserci problemi".

C’è anche la questione della diagnostica di primo livello che potrebbe essere fatta negli ambulatori dei medici di medicina generale.

"Sarebbe una grande opportunità, soprattutto in questo momento di difficoltà dovuto al virus nel quale la specialistica ospedaliera non riesce a dare risposte adeguate. L’attenzione nei confronti del Covid è ora così grande che il paziente cronico rischia di essere trascurato. Poter effettuare esami come l’elettrocardiogramma o l’emocromo nei nostri ambulatori sarebbe importante".

Infine il vaccino antinfluenzale: arriveranno le dosi che mancano?

"I medici di medicina generale hanno dato gli appuntamenti per il vaccino sulla base delle dosi che ci erano state assicurate dalle Asl e che al momento sono arrivate solo in parte. Quelle mancanti dovrebbero arrivare tra la metà e la fine del mese e se così sarà, saremo ancora assolutamente nei tempi, perché quest’anno la campagna è stata anticipata di quasi un mese rispetto al passato e forse non era necessario".

Annamaria Corrado