Uccise la moglie a martellate Morto anche lui, niente processo

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Il 5 agosto 2019 uccise a martellate la moglie, Maria Miotto, di 79 anni. Ieri era in programma l’udienza preliminare per l’uxoricida, Franco Valgimigli, 88 anni, accusato di omicidio volontario. Ma non ci sarà nessun processo: l’imputato è passato a miglior vita lo scorso 17 agosto – cioè un anno dopo l’omicidio – e il suo decesso è stato comunicato ieri al Gup Corrado Schiaretti. In ballo c’era ancora l’eccezione di costituzionalità sollevata dalla difesa – avvocato Sergio Gonelli – contro la nuova norma che impedisce il rito abbreviato, quindi il beneficio eventuale di uno sconto di pena di un terzo, per i reati da ergastolo. Ma a questo punto, con la morte del reo, il reato si è estinto.

Il delitto si era consumato nell’abitazione faentina della coppia, la donna era stata colta nel sonno con un numero notevole di martellate al capo. L’uomo aveva poi chiamato la figlia, la quale avrebbe impedito al genitore, trovato in stato confusionale, di togliersi la vita come pare avesse già pianificato di fare, realizzando un cappio occasionale. Era stata la figlia stessa a chiedere l’intervento dei carabinieri. All’origine pare ci fosse un problema di depressione dell’uomo, agricoltore in pensione, descritto dai vicini come un grande lavoratore, che proprio pochi giorni prima della tragedia aveva confidato alla sorella il proprio disagio in ragione dell’età e dei problemi di salute che ne stavano minando l’autonomia. Sul posto gli inquirenti avevano peraltro trovato una serie di biglietti nei quali l’anziano descriveva questo stato di malessere.

Una consulenza disposta dalla Procura - Pm Stefano Stargiotti – aveva fatto emergere che l’uomo era seminfermo al momento dei fatti, per questo era finito agli arresti domiciliari in una idonea struttura. La stessa dove ad agosto è a sua volta deceduto.

l. p.