REDAZIONE RAVENNA

"Un ombrellone contro il clima che cambia"

L’ingegnere faentino Marco Peroni racconta il progetto ‘Dark Shadow’, a cui si è interessata l’Agenzia spaziale Leonardo

L’ingegnere faentino Marco Peroni racconta il progetto ‘Dark Shadow’, a cui si è interessata l’Agenzia spaziale Leonardo

L’ingegnere faentino Marco Peroni racconta il progetto ‘Dark Shadow’, a cui si è interessata l’Agenzia spaziale Leonardo

Un ombrellone spaziale per combattere alluvioni e siccità. È questa l’idea di un ingegnere faentino che si è trasformata in progetto e che ha ottenuto l’interessamento dell’Agenzia spaziale Leonardo che ha chiesto al tecnico un progetto approfondito per poterne valutare la fattibilità.

Il cambiamento climatico, dopo decenni di negazionismo, è ormai appurato essere la causa di anomalie metereologiche. Prova ne sono i disastri alluvionali che ormai colpiscono a frequenze inaspettate o i fenomeni di siccità che sempre più spesso portano alla desertificazione di nuove aree e allo scioglimento dei ghiacciai. Così, mentre da anni si cerca di ridurre le emissioni di gas serra, alcuni scienziati guardano oltre la Terra per trovare soluzioni innovative. Tra queste, la proposta del ‘Dark Shadow’, un ambizioso progetto di geoingegneria ipotizzata, più quale esercizio di stile che realizzabile, almeno in tempi brevi, da Marco Peroni, un ingegnere faentino non nuovo a soluzioni spesso al limite della scienza ma che hanno indubbiamente lo scopo di sollecitare la comunità scientifica proprio su temi così importanti. La soluzione, quasi il classico uovo di Colombo, ipotizzata da Peroni, potrebbe essere la costruzione di una gigantesca struttura nello spazio, in grado di schermare il nostro pianeta dai raggi solari, così da mitigarne gli effetti sulla Terra.

L’idea, presentata al recente congresso ‘Climate Week’ a Barcellona, è quella di creare quindi una sorta di ‘ombrellone spaziale’ composto da migliaia di moduli triangolari, in grado di aprirsi e chiudersi per regolare la quantità di luce solare che raggiunge la Terra. Questa struttura, oltre a mitigare gli effetti del riscaldamento globale, sarebbe anche in grado di produrre una quantità enorme di energia elettrica, sfruttando i pannelli solari integrati nei moduli. "‘Dark Shadow’ – spiega Marco Peroni – verrebbe posizionato nel punto di ‘Lagrange L1’, un punto di equilibrio gravitazionale tra la Terra e il Sole, e sarebbe ancorato a due asteroidi per garantirne la stabilità. La costruzione di una struttura di queste dimensioni e complessità sarebbe una sfida tecnologica senza precedenti, ma gli scienziati ritengono che sia possibile realizzarla nei prossimi decenni". Questa soluzione presenterebbe indubbi vantaggi: dalla riduzione del riscaldamento globale alla produzione di energia pulita, perché "‘Dark Shadow’ – continua Peroni – sarebbe in grado di produrre una quantità enorme di energia elettrica, contribuendo alla transizione verso fonti energetiche rinnovabili" fino alla flessibilità, visto che la struttura sarebbe modulare.

"Tuttavia – dice ancora Marco Peroni – ci sono anche numerose criticità: la realizzazione del ‘Dark Shadow’ richiederebbe investimenti enormi, difficilmente sostenibili da un singolo Paese; non si può poi non tenere inoltre in conto che l’immissione di materiali nello spazio potrebbero avere conseguenze impreviste sull’ambiente terrestre e ancora, gli effetti a lungo termine di una schermatura solare su scala planetaria sono ancora poco conosciuti e potrebbero portare a conseguenze inaspettate". Di sicuro l’ombrellone solare faentino ‘Dark Shadow’ rappresenta una soluzione affascinante ma estremamente complessa. La geoingegneria solare solleva importanti questioni etiche e scientifiche che richiedono un dibattito approfondito a livello internazionale. "Al contrario – conclude Marco Peroni – la ricerca in questo campo continua, e nell’immediato è fondamentale investire in soluzioni più tradizionali per mitigare il cambiamento climatico, come la riduzione delle emissioni di gas serra e lo sviluppo di fonti di energia rinnovabile". Nel frattempo però l’Agenzia spaziale Leonardo, dopo la presentazione dell’elaborato a Barcellona, ha contattato Marco Peroni chiedendo un approfondimento del progetto per valutarne la fattibilità.

a.v.