
Benjamin é un ragazza diversamente abile di 13 anni che va a scuola, le medie Strocchi di Faenza, gira con una carrozzina, non parla, non cammina e ha un nasino all’altezza della gola. A scuola segue le lezioni e condivide i progetti facendosi aiutare dai suoi compagni di classe. Lunedì 31 maggio, era lì, in cortile, con la sua insegnante di sostegno, ma assieme ai suoi compagni che non lo lasciano mai solo, per seguire le celebrazioni per la Festa della Repubblica. Ogni tanto Ben, così lo chiamano la sua mamma, Sabrina, e i suoi compagni, ha la bufera in testa, una bufera che tecnicamente, in termini medici, si chiama epilessia. Durante l’ultimo lockdown la sua mamma ha voluto mandarlo a scuola, i suoi compagni non erano presenti ma li riusciva a vedere attraverso le videolezioni. "A scuola – racconta mamma Sabrina – Ben viene trattato come un bambino speciale; adora fare le lezioni all’aria aperta, passeggiare con i suoi compagni e loro sono la voce dei suoi pensieri. Ogni tanto ha il braccio a penzoloni ma l’arguto della classe glielo rimette sul bracciolo della carrozzina, un piccolo gesto che però la dice lunga su quanto la presenza di mio figlio sia stata positiva anche per gli altri. Questo bambino – continua la mamma – nella sua diversità, ma solo a prima vista, sta infatti dando una grossa lezione agli altri. Mi sono rivolta al Carlino per far capire che in mezzo a mille difficoltà e a tanti dubbi sul buon andamento delle istituzioni scolastiche, c’è chi invece, come me giudica la scuola una realtà che funziona pur tra le mille difficoltà dovute alla pandemia. La sua classe è molto accogliente; c’è un forte clima di collaborazione e di rispetto reciproco. Insegnanti e alunni sono riusciti a costruire un puzzle molto importante per la crescita personale e umana. Hanno insegnato come comportarsi a convivere con la disabilita che si è tradotto in rispetto dell’altro". Questo ragazzino speciale non ha potuto scegliere quel che gli viene dato, ma insegna ai compagni e non solo come prendersi cura di bambini con disabilità.
"Nella scuola che frequenta Ben – conclude mamma Sabrina – ci sono bambini di differenti provenienze e altri con disabilità o specialità diverse, ma pur essendo insieme nella stessa classe, non vuol dire che siano realmente inclusi nella scuola. La psicologia sociale insegna che siamo naturalmente attratti dalle persone a noi affini mentre tendiamo a discriminare coloro che percepiamo come diversi. Eppure la diversità può diventare una grande risorsa se adeguatamente valorizzata, in quanto consente di impreziosire il gruppo. La presenza di un bambino diversamente abile in una classe rappresenta una fonte di immensa ricchezza, basta solamente indirizzare con le giuste parole chi è a fianco a noi".