Un’altra asta. L’ennesima. Eppure la soluzione per l’ostello Dante di via Nicolodi, chiuso dal 2017, sembra tutt’altro che vicina. Anzi.
La proprietà della struttura da 1.980 metri quadrati è divisa tra tre enti: il 40% è del Comune, il 40% della Provincia e il 20% di Aig, associazione italiana alberghi per la gioventù. Quest’ultima realtà, privata, in seguito al fallimento nel 2017 è finita in concordato in continuità presso il Tribunale di Roma, con l’alienazione dei suoi beni in tutta Italia. L’ostello Dante non fa eccezione: nel 2017 è stato chiuso a causa del fallimento della società e da allora è stato oggetto di diverse aste, andate tutte deserte. Ora ne è stata indetta un’altra sul sito Astebook.com. "Ci sono stati 7 esperimenti di vendita negli anni, noi ci siamo occupati degli ultimi due – dice Andrea Fumagalli di Astebook.com –. L’ultimo si è concluso di recente ed è andato sempre deserto".
Sta di fatto che colui che si aggiudicasse l’asta finirebbe con il possedere un immobile solo al 20%. Dall’altro lato sembra improbabile, per non dire impossibile, che il pubblico diventi proprietario anche di quel 20%. "Un ente pubblico non può partecipare a questo genere di aste – spiega l’assessore al Patrimonio Igor Gallonetto – perché di fatto l’offerta che il Comune andrebbe a formulare non potrebbe essere segreta come previsto dall’asta, dovendo essere determinata da organismi deliberanti". Non resta che sperare che si faccia avanti un privato, e a quel punto "l’aggiudicatario potrebbe essere interessato ad attendere una successiva asta dei due enti pubblici per le due percentuali di proprietà – prosegue Gallonetto – Diciamo che il 5 luglio per noi è una linea di demarcazione. Se il nodo della proprietà del 20% si sciogliesse potrebbero aprirsi ragionamenti diversi".
Comune e Provincia, però, anche a quel punto potrebbero cedere le proprie quote solo in un’asta. "È chiaro, qualora l’ente pubblico dovesse decidere di cedere la propria proprietà lo farebbe con quelle modalità – aggiunge Gallonetto – e qualsiasi privato potrebbe partecipare con modalità di segretezza". Le difficoltà sono evidenti: l’imprenditore che ora volesse investire nell’ostello dovrebbe, dopo essersi aggiudicato il 20% ora all’asta, accaparrarsi in un’altra possibile asta anche il resto dell’immobile. E questo mentre l’edificio va sempre più degradandosi.
Sara Servadei