Violenza di gruppo su minore: tre condanne

Quattro anni a due giovani e due anni e mezzo a un terzo, accusati di avere abusato di una 14enne nel 2021 nella pineta di Milano Marittima

Violenza di gruppo su minore: tre condanne

Violenza di gruppo su minore: tre condanne

Una serata alcolica a Milano Marittima, la buia pineta appena oltre l’ingresso di un locale e infine gli abusi subiti da quattro giovani mai visti prima. Tra i primi ricordi di lei e qualche elemento affiorato dal web, la polizia era arrivata a individuare i sospettati. Quattro amici di Bologna, tra cui anche due fratelli, di età oggi comprese tra i 24 e i 20 anni. Tre di questi sono stati condannati ieri dal Gup Andrea Galanti per violenza sessuale di gruppo su una 14enne: quattro anni per due degli imputati (Olivera Lazaro Kevin H. e Oussama F.), due anni e mezzo per un terzo (Samuele S., pena sospesa), che si sarebbe limitato ai palpeggiamenti. Del procedimento del quarto, davanti al tribunale dei minori, si sono perse le tracce. Intanto ieri alla vittima, parte civile con la tutela dell’avvocato Cristina Magnani, è stata riconosciuta una provvisionale di 15mila euro. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Antonella Rapagnani e Filomena Chiarelli. Il Pm Angela Scorza aveva chiesto condanne per tutti.

Secondo gli elementi raccolti dalla Squadra Mobile, in tre avrebbero costretto la giovane, in quel momento particolarmente provata dall’alcol, a subire un rapporto sessuale mentre l’ultimo la palpeggiava.

La giovane aveva raccontato la sua versione nel novembre 2023 quando, in collegamento video da un’aula protetta, in incidente probatorio davanti al giudice aveva ripercorso quanto accaduto in riviera nella notte tra il 6 e il 7 agosto 2021. In precedenza la sua ricostruzione era apparsa meno nitida, sia perché quella sera avrebbe bevuto parecchio, sia dai tanti mesi trascorsi: aveva infatti deciso per la prima volta di confidarsi a scuola solo in autunno. Ma davanti ai sospettati, dopo averli riconosciuti, era riuscita ad allineare molte cose, anche le più sgradite. Quella notte, assieme a un’amica, dopo avere salutato gli altri del suo gruppo era entrata in un locale rivierasco molto frequentato dai più giovani. Ed è lì che si era verificato un primo approccio con il gruppo dei quattro bolognesi. Lei aveva poi riferito agli inquirenti di non sapere nulla di quei quattro eccetto un dettaglio: che erano di Bologna. Le immagini delle telecamere non erano tuttavia state d’aiuto. La svolta era arrivata grazie a un numero di telefono e a un canale youtube aperto da uno dei quattro poi indagati: gli investigatori avevano cominciato a fare verifiche sulla sua cerchia di amicizie arrivando così al nome degli altri tre sospettati.

Secondo la minorenne, in un primo momento i quattro l’avevano seguita quando le era uscita per sedersi su una panchina. Un capannello di avance ritenute troppo insistenti: era intervenuta l’amica e i bolognesi si erano volatilizzati. Non prima però che uno – la cui compagnia non era sgradita – riuscisse ad avere il suo cellulare. E’ lui che l’aveva chiamata poco dopo per invitarla a parlare in un’area verde nei paraggi. La pineta insomma: di lì a poco si erano materializzati gli altri tre amici del giovane. Un accerchiamento insomma – secondo le verifiche della questura – che si era presto concretizzato in abusi sessuali. Una volta allertati grazie all’ambiente scolastico della 14enne, i poliziotti erano partiti dalla chiamata fatta dal primo giovane per cercare di dare un nome a tutti gli altri. Per cercare di delineare meglio i loro profili, la procura ravennate aveva deciso di procedere in tempi brevi a settembre attraverso un primo incidente probatorio, ovvero un riconoscimento formale attraverso un confronto all’americana: la ragazzina dietro a un vetro a specchio in un’aula protetta della tribunale e, dall’altra parte, i quattro indagati, fatti entrare a gruppi di cinque, che lei aveva poi indicato.