Ravenna, vendetta sul vongolaro. "Bruciata la mia barca"

Poche ore dopo aver denunciato l’attività dei pescatori di frodo, affondata l’imbarcazione di Luigi Lauro. Il contesto nella lotta con i ’comacchiesi’?

Pasquale Lauro, fratello del proprietario della barca bruciata

Pasquale Lauro, fratello del proprietario della barca bruciata

Ravenna, 22 febbraio 2020 - Poche ore prima, assieme al capogruppo di opposizione Alvaro Ancisi, avevano partecipato a una conferenza stampa per denunciare l’attività dei pescatori di frodo nella pialassa Baiona, dei danni provocati ai fondali dai bracconieri delle vongole e del conseguente danno economico provocato ai vongolari in regola. All’alba di ieri Luigi Lauro e la moglie Vincenza Chiaro, rispettivamente vicepresidente e presidente della cooperativa Baiona Viva, si sono ritrovati con la barca da pesca bruciata e affondata nel canale Fossatone. "Adesso mi hanno ridotto sul lastrico – spiega Lauro –, non abbiamo più niente. Un danno da più di ventimila euro, non assicurato perché le assicurazioni non ci coprono". Con la barca sono infatti colati a picco un selezionatore e il generatore di energia che lo alimenta, macchinari irrecuperabili."È affondato il nostro futuro".  

Non sono state rinvenute tracce o segni di passaggio in quanto all’imbarcazione affondata si arriva solo con una barca e non da terra. Lo scafo è quasi interamente inabissato, ma evidenti sono i segni dell’incendio sulla poppa che ancora ieri mattina affiorava legata a un albero, nel punto con meno acqua. "Alle 19 di giovedì era tutto a posto, sono tornato a casa mia che dista 12 chiometri. La scoperta l’abbiamo fatta oggi (ieri; ndr) alle 6 e 30", precisa il vongolaro, napoletano trapiantato in Romagna da più di vent’anni, quando iniziò come ’cozzaro’ socio di due cooperative. Ieri mattina col fratello Pasquale ha lavorato a lungo per rimuovere dal canale il relitto e i macchinari affondati. Assistito dall’avvocato Carlo Benini, Lauro intende sporgere denuncia presso i carabinieri forestali. E, spiega, per lui piove sul bagnato. La magistratura gli ha infatti sequestrato un pontone per la pesca, le indagini si sono concluse e attende la fissazione dell’udienza. È accusato di abuso edilizio in quanto l’accusa fa leva su una sentenza di Cassazione che ritiene stabili i manufatti sull’acqua e che quindi necessitano di autorizzazione, mentre per la difesa i pontoni, al pari di altri autorizzati nel Parco del delta del Po, sono strutture mobili e smontabili ed equiparate ai natanti.  

L’affondamento della barca dei Lauro potrebbe essere ricondotta nell’ambito di una lotta che ha assunto i contorni del vero e proprio racket e vede i cosiddetti ’comacchiesi’ come i principali antagonisti dei napoletani per il controllo degli specchia d’acqua della pialassa Baiona. La polizia provinciale – è emerso dalle indagini dei carabinieri a seguito del decesso di un sub, per cause accidentali – rivelò che in quella zona erano attivi due gruppi di ’comacchiesi’ che pescano di frodo: uno che lavora di giorno, ritenuto meno pericoloso, e uno più insidioso che lavorava di notte. In alcune circostanze tra i gruppi di napoletani e comacchiesi ci sarebbero stati dei veri e propri scontri fisici e minacce con armi da fuoco.