Laura Pausini superstar: "Spagnola d’adozione incoronata col Grammy. Vivo per sognare ancora"

La cantante in trionfo a Siviglia in due nottate di tributi e omaggi dei colleghi-divi. "Il coronamento di trent’anni di carriera. Sono davvero tanto fortunata"

Laura Pausini, 49 anni, in trionfo alla 24ª edizione dei Latin Grammy Awards

Laura Pausini, 49 anni, in trionfo alla 24ª edizione dei Latin Grammy Awards

Roma, 18 novembre 2023 – Luis Fonsi e David Bisbal che cantano Inolvidable, ovvero Incancellabile, Antonio Orozco e Pablo Lopez che condividono Verdades a Medias, Frasi a metà, i duetti con Ivete Sangalo, Jogh Grobhan, i messaggi degli amici lontani e l’applauso di quelli vicini, sono i momenti preziosi rinchiusi da Laura Pausini tra mercoledì e giovedì scorso a Siviglia nello scrigno delle serate di gala organizzate dalla Latin Recording Academy per festeggiare il titolo di ‘Person of the Year 2023’. Terza donna in 24 edizioni a ricevere il titolo dopo Gloria Estefan e Shakira e prima artista di lingua non spagnola. "Un’adozione legalizzata" la definisce lei, con l’eco dell’ovazione di Palacio de Congresos infiammato dalle presenze di tante superstar tra cui Andrea Bocelli, ancora nelle orecchie. Notte di stelle luminose quanto le lacrime versate dalla "italiana màs latina del mundo" sul premio ricevuto dalla stella del reggaeton Karol G.

Laura, s’è chiesta: perché proprio io?

"Penso sia stato fondamentale l’arrivo del presidente della Latin Recording Academy Manuel Abud, da sempre vicino alle donne nel campo artistico e musicale. Penso abbia anche inciso il fatto di aver presentato la scorsa edizione dei Latin Grammy a Las Vegas, perché quando si è trattato di votare per scegliere la persona dell’anno hanno tutti fatto il mio nome. Penso abbiano davvero studiato la mia carriera, perché nel comunicarmi questo riconoscimento hanno fatto l’elenco di tutte le attività in cui ho voluto essere coinvolta in campo benefico in questi 30 anni, oltre alle caratteristiche delle mie tournée mondiali, i brani che ho scritto e prodotto personalmente tra i successi del mio repertorio".

Poteva arrivare prima o è giusto così?

"Era l’anno giusto, c’è stato un forte segnale, prima donna italiana, terza donna dopo tanto tempo, la prima non di lingua spagnola nella storia dei Grammy. Il fatto che arrivi per i miei 30 anni di carriera è pazzesco e soprattutto è un grande onore".

Il suo primo ringraziamento è andato ai genitori. Biologici e no.

"Per primi non potevo non ringraziare i tanti genitori che ho. I biologici, appunto, che quella sera invece di andare al cinema hanno fatto l’amore e hanno creato me. E quelli che mi hanno cresciuta da quando avevo 18 anni, scegliendo la mia voce e le mie canzoni e ritagliandomi un posto nella loro vita".

Preparando il discorso di accettazione qual è stato il primo pensiero?

"Sicuramente il concetto di adozione. Perché io mi sento per davvero “adottata“, ormai da 30 anni, dagli spagnoli e dagli americani di ogni latitudine. Figlia adottiva e felice".

Tra le tante congratulazioni, quale l’ha colpita di più?

"Quella della grandissima Gloria Estefan. E poi ancora quelle di Michael Bublè e Phil Collins, perché è vero che ci vogliamo bene da sempre, ma quei messaggi così commoventi mi hanno veramente sorpresa. Un po’ tutti gli omaggi ricevuti sul palco l’altra sera mi hanno lasciata senza fiato. Mi sento davvero molto, molto, fortunata".

Altre due o tre notti da sogno di una carriera da sogno?

"La più emozionante di tutte sarà sempre quella della vittoria di Sanremo nel ‘93. Ma anche quella del 2006 in cui ho ricevuto il Grammy americano e quella del 2005 del mio primo Latin Grammy. E ancora quella del primo San Siro, nel 2007. E quella del concerto benefico di Amiche per l’Abruzzo. Ma come faccio a tralasciare quella in cui mi hanno dato il Golden Globe o quella in cui sono stata in corsa per l’Oscar?".

Soddisfatta della ricezione del suo nuovo disco, appena uscito, Anime Parallele?

" Anime parallele è un disco che racconta 16 storie, un disco che ho impiegato anni a realizzare e voglio che abbia una vita lunga, quindi, prima di fare un bilancio voglio prendermi tutto il tempo. Con l’idea di andare controcorrente, invece di pubblicare i soliti tre singoli all’anno, vorrei provare a cambiare singolo ogni due mesi per capire se così posso riuscire a far conoscere più storie possibile".

Come dicono gli americani, ‘the best is yet to come’?

"Il meglio deve sempre ancora venire. E se nel mio caso è già accaduto va bene così, mantenere il sogno è altrettanto impegnativo e io vivo per non annoiarmi mai".