Via Rasponi Ravenna: negozi a rischio estinzione

L’ultimo a chiudere è stato ‘Drop’, ma in precedenza era toccato alla Casa del rasoio e a Nuova Tessilombarde

Il negozio di biancheria ‘Nuova Tessilombarde’: la saracinesca è scesa il 31 dicembre, dopo 60 anni

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Ravenna, 10 gennaio 2023 – In via Gioacchino Rasponi l’ultimo a chiudere, nei giorni scorsi, è stato il negozio di abbigliamento Drop: sulla vetrina c’è un cartello con la scritta ‘Vendesi. Cessata attività’. Ma nei mesi precedenti era toccato ad altre attività di quella strada pedonale che collega piazza XX Settembre a piazza Kennedy, tutti negozi storici con tanti anni alle spalle, come la Casa del rasoio, a pochi metri, che dopo 54 anni ha chiuso a fine 2022. E poi era toccato al negozio di biancheria Nuova Tessilombarde, che in questa via è rimasto per 60 anni, ma il 31 dicembre le saracinesche si sono abbassate definitivamente perché, aveva sottolineato la titolare Alessandra Crimi, "non ci sono più le condizioni".

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Il rischio insomma è che via Rasponi si trasformi in una delle prime strade del centro storico, a una manciata di metri da piazza del Popolo, senza più attività commerciali, o quasi.  

Ad avviare questo processo, irreversibile per molte delle attività che negli anni si sono succedute, la chiusura di piazza Kennedy che, da parcheggio, è diventata una piazza a tutti gli effetti. Prima la strada era il passaggio quasi obbligato di chi, dopo aver parcheggiato, si dirigeva in centro, e quindi a beneficiarne erano anche i negozi. In via Gioacchino Rasponi, negli anni, di attività commerciali ce ne sono state tante: di stoffe, poi di giocattoli, una sanitaria sotto i portici sul lato opposto. Ad un certo punto era arrivato anche il macellaio a seguito della diaspora provocata dalla chiusura del Mercato coperto in vista della ristrutturazione. Da sempre invece c’è la profumeria, sulle cui vetrine però da tempo campeggia la scritta ‘vendesi’. Tutti negozi storici, punto di riferimento per molti ravennati. Fiorenzo Filippi, della ‘Casa del rasoio’, prima di chiudere aveva spiegato che, una volta andato via lui, non ci sarebbe stata neanche più un punto di assistenza per gli articoli che vendeva.

Una volta , ricordava, il centro della città era pieno di gente, soprattutto nelle mattine di mercato, il mercoledì e il sabato, e non solo quando il mercato era in piazza Kennedy, ma anche quando si era trasferito inizialmente al Foro Boario, poi in piazza Sighinolfi. A dare il colpo di grazia, negli ultimi anni, è arrivata la pandemia, poi l’aumento dei costi con lo scoppio della guerra in Ucraina. Da un lato le spese eccessive, dall’altro la paura della clientela che spende sempre meno. Ora nella via le attività si contano sulle dita di una mano, compresi due bar, tra cui la storica Casa del Caffè, che ha scelto di rimanere sempre aperto, anche durante la pandemia.