Abusi sessuali su pazienti, 14 anni al medico

Confermata la condanna in Appello per il medico parmigiano De Lorenzis. Tra le vittime anche quattro reggiane

Violenza sessuale sulle donne

Violenza sessuale sulle donne

Reggio Emilia, 10 novembre 2023 – La seconda sezione della Corte d’Appello di Bologna ha confermato la condanna del medico parmigiano Gianfranco De Lorenzis a 14 anni per violenza sessuale aggravata nei confronti di 28 pazienti che si erano affidate alle sue cure. Tra le donne che si dicono vittime delle pesanti attenzioni del dottore, ve ne sono anche quattro reggiane che si sono costituite parte civile. Lo specialista in chirurgia bariatrica, 70 anni, che aveva lavorato in una clinica di Parma, era stato denunciato da alcune pazienti per fatti dal 2007 al 2016: le pazienti sarebbero state molestate nel suo studio, altre prima di entrare in sala operatoria o addirittura dopo l’intervento. Le numerose parti civili hanno tutte ripetuto lo stesso modus operandi del medico: visite con modalità discutibili, palpeggiamenti, baci sulla bocca, presunti abusi. Il verdetto di primo grado era stato emesso nel luglio 2022 dal tribunale di Parma, che aveva comminato una pena più alta di due anni di quella chiesta dal pm Emanuela Podda. Il procuratore generale in Appello aveva chiesto la riduzione e l’esclusione della condanna per quanto riguarda 16 donne, quelle che in sostanza non avevano sporto querela, ma i giudici di secondo grado hanno invece confermato il verdetto.

Tra le reggiane che figurano come vittime, una sporse denuncia verso lo specialista affidandosi all’avvocato Simone Servillo: lei sostiene di aver subito palpeggiamenti e di essersi sentita chiedere dettagli sulla propria vita sessuale.

Non solo: come paziente con trascorsi oncologici, si sarebbe sentita rivolgere una frase tranchant del tipo che se non si fosse operata sarebbe morta. Per lei era stata decisa una provvisionale di 15mila euro, una delle più alte, oltre al risarcimento in sede civile. "Si è di fronte ad un soggetto - si legge nella sentenza di secondo grado - che con ostinata pervicacia e senza pudore è riuscito a negare l’evidenza, anche dopo la messa in onda del filmato delle Iene, proponendo per ore al tribunale un’assurda versione dei fatti indicativa del suo sprezzante, ma perfettamente lucido, delirio di onnipotenza".

E ancora: "La natura sfacciatamente sessuale e lasciva degli atti compiuti e la finalità di soddisfacimento della libido manifestata dall’imputato non sono suscettibili di interpretazione alternative". Gli avvocati difensori Florino Ruggio e Giuseppe Dario Bruno hanno sostenuto la mancanza di molestie, dicendo che si trattava di visite scrupolose, specie per pazienti obese e a rischio di certe patologie: ora hanno annunciato ricorso in Cassazione.