
Aggressione e coltellate da Trony (foto Artioli)
Reggio Emilia, 4 novembre 2020 - Non solo una casuale omonimia. È il nipote del ‘Re di Forcella’, l’ex boss della camorra napoletana, oggi 71 anni e pentito eccellente. Dietro al nome di Luigi Giuliano, 48 anni – l’uomo arrestato dalla polizia lunedì pomeriggio al negozio di elettrodomestici ‘Trony’ di via Fratelli Cervi a Pieve Modolena, con l’accusa di aver accoltellato l’attuale compagno di una donna con la quale ha avuto una storia in passato – si nasconde una parentela pesante. Quella col più famoso Luigi Giuliano, suo zio di primo grado il quale lo designò suo erede per la reggenza dell’omonimo clan dei Giuliano, noto anche per i festini assieme a Diego Armando Maradona (celebre la foto nella vasca a forma di conchiglia tra gli esponenti e il Pibe de Oro).
Il 48enne, pluripregiudicato, vive a Reggio da vent’anni, tuttora sposato con figli (la moglie non ha preso benissimo questa vicenda, per usare un eufemismo), luogo in cui aveva ricominciato una nuova vita. Lontano dalla criminalità organizzata che conobbe a soli 13 anni quando divenne il guardaspalle dello zio ‘Lovigino dagli occhi di ghiaccio’ (altro soprannome del boss noto anche per il suo fascino), all’epoca tra i capi della ‘Nuova Famiglia’, alleanza che si opponeva, negli anni della faida mafiosa all’ombra del Vesuvio, all’organizzazione capeggiata dai Cutolo. Il padre Nunzio aveva fatto di tutto per tenerlo fuori da quella ‘Gomorra’, facendolo vivere e studiare nella Napoli ‘bene’.
Ma dopo essere stato arrestato (e poi ucciso nel 2005 per aver ripudiato la camorra dopo aver intrapreso una battaglia contro la droga in seguito alla morte per overdose del figlio Pio Vittorio, fratello di Luigi) lo zio gli toglie i libri e gli consegna una pistola 765 con cui lo manda – chiamandolo il suo "Armageddon" - a gambizzare i clan rivali e chi rifiuta il pizzo. Lo riempie di soldi e di cocaina. Anni dopo la famiglia sceglie di collaborare con la giustizia e lui finisce in carcere a Poggioreale per reati ‘minori’. Qui accetta anche lui di testimoniare contro una zia e così scatta per lui la protezione. Stamattina però dovrà fare di nuovo i conti con la giustizia. E comparirà davanti al giudice in tribunale per la direttissima. A difenderlo dalle accuse di lesioni personali aggravate per aver inferto otto colpi a schiena e gluteo con un coltellino svizzero – per il quale gli viene contestato anche il porto abusivo – al coetaneo ‘rivale’ (ancora ricoverato al Santa Maria, ma fuori pericolo di vita) sarà l’avvocato Mattia Fontanesi.