Alcol vietato ad Albinea, locali inferociti

Il ristorante Miguelita: "Non è facendo male che si sconfigge il male". Ascom e Confesercenti: "Così si colpiscono i più deboli"

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di Daniele Petrone

"Non è facendo male che si sconfigge il male". È l’eloquente commento – sulla propria pagina facebook – del ristorante messicano Miguelita di Albinea, tra le attività che dovranno rispettare la discussa ordinanza anti-movida e anti-Covid firmata dal sindaco Nico Giberti. Un provvedimento molto più stringente rispetto ad altre realtà. Quasi un unicum: divieto di somministrazione di alcolici dalle 22 del giovedì e del sabato (serate di maggior affollamento) e addirittura divieto di vendita di cibo e bevande di qualsiasi tipo – ad esclusione delle gelaterie – dalle 23,30 degli stessi giorni fino alle 6 del mattino successivo con chiusura dei locali a mezzanotte. Tutto ciò solo per le attività che si affacciano su via Caduti della Libertà (nel tratto tra via Leopardi e piazza Cavicchioni) e su piazza Cavicchioni (inclusa la galleria commerciale tra via Crocioni e via Morandi). Un lembo di terra che vede coinvolte pochi esercizi – oltre al Miguelita, dal Kokonuts al Bar Sport fino ad altri baretti e ad una pizzeria al taglio – tutti sul piede di guerra.

Nel summit di giovedì col sindaco (che li ha convocati prima di emanare il documento) non hanno celato il loro disappunto, chiedendo un compromesso più ‘dolce’, ma Giberti è stato irremovibile. Ieri si sono accese le polemiche. I consiglieri d’opposizione di centrodestra Davide Ganapini, Giovanni Marmiroli e Marica Sarati definiscono la decisione "imbarazzante. Quindi non riescono a fare i controlli e chiudono i locali? Questa è incapacità di tutelare commercianti e residenti". In disaccordo pure le associazioni di categoria.

Dai presidenti Davide Massarini di Ascom ("Così si colpiscono le attività che funzionano. Non è il modo di affrontare i problemi, siamo perplessi. Il controllo su area pubblica spetta alle forze dell’ordine. Siamo sicuri che tutto ciò risolva il fatto che tanti ragazzini arrivino già sbronzi, portandosi l’alcol da casa?") a Dario Domenichini di Confesercenti ("Mi rendo conto sia una situazione complicata e che il Comune abbia dovuto fare qualcosa, ma i locali così ci vanno di mezzo in un momento già complicato per il settore. Speriamo sia solo una soluzione temporanea"). Il primo cittadino però resta fermo sulla sua posizione.

"La movida c’è sempre stata – replica Giberti – ma ora c’è l’aggravante del Covid e delle scuole aperte. La decisione di cui mi assumo ogni responsabilità è figlia di un dialogo con le istituzioni e non su facebook (in riferimento alle opposizioni, ndr). Da maggio ho segnalato questi problemi in prefettura, ho parlato con forze dell’ordine e Ausl. Se ci fosse un focolaio, ci rendiamo conto di cosa potrebbe accadere? Qui vengono da Reggio, da Modena e da Parma. Se un ragazzino venisse contagiato, l’Ausl dovrebbe fare una ricognizione dei presenti in quella determinata serata. E cosa facciamo, chiudiamo 50 classi in tre province?". Infine, sulle critiche: "Capisco sia una scelta impopolare, ma comunque questa vuol essere anche una sperimentazione tant’è che l’ho estesa fino al 15 ottobre. Non credo di risolvere tutto in pochi giorni e neppure che il Covid sparisca dopo quella data, ma avremo modo di valutare in queste settimane se la movida sarà stata contenuta o meno. Ragazzini arrivano già ubriachi? Questo è un problema annoso e di tutti. Non voglio fare il bacchettone, sono stato giovane anche io e sono padre di ragazzi di 16 e 20 anni, ma i genitori dove sono? Serve un ragionamento anche sociologico e più educazione. Ma non dipingiamo Albinea come il paese dei giovani ubriachi eh, mi scapperebbe da ridere. Basta andare a Reggio o in Riviera dove i problemi sono gli stessi".