
"Saranno da... da pulire". Ascoltando questa frase, intercettata al telefono, i carabinieri capiscono che ci potrebbe essere qualcosa di ‘sporco’. La pista investigativa li porterà fino a Sant’Ilario, nell’ambito delle indagini svolte sulla ‘ndrangheta tra la Brianza e Como e culminate ieri in venti arresti (leggi a lato). Risiede nel paese reggiano, infatti, Domenico Cristello, 61 anni: i militari di Reggio, insieme ai colleghi lombardi, lo hanno arrestato per detenzione illegale di armi, perché lo hanno trovato con un revolver calibro 28 special e 49 proiettili, e portato nel carcere della Pulce. Lui è un imprenditore edile di origine calabrese, incensurato e molto conosciuto a Sant’Ilario, dove abita da trent’anni con la famiglia e gli abitanti del posto parlano di una persona rispettabile e assolutamente insospettabile. Il riferimento, criptico, nella conversazione captata il 9 dicembre 2017, è alle armi. A farlo è un uomo che dialoga con Umberto Cristello, che è il cugino di Domenico: lui, 53enne di Mileto (Vibo Valentia), è finito in manette perché, secondo la Dda di Milano, avrebbe fatto parte dell’associazione mafiosa lombarda, con un ruolo al vertice. Secondo quanto ricostruito nell’ordinanza del gip Raffaella Mascarino, Domenico Cristello avrebbe fatto pressioni sul cugino lombardo per avere armi che poi il 53enne gli ha venduto.
Dall’intercettazione ambientale di quel giorno, i carabinieri intuiscono che Umberto aveva caricato qualcosa nel portabagagli. Pochi minuti dopo si sente aprire un pacco: "Si registrano rumori metallici, in particolare lo scarrellamento e lo scatto di un grilletto". Il 18 dicembre 2017 Umberto Cristello dialoga con Guglielmo Priolo, che è il suo ex cognato, entrambi figli di Cosimo Priolo, ucciso nel 1989 e ritenuto capo della locale di Seregno. Cristello dice a Guglielmo che "c’è pure coso che mi sta tirando matto... che ne vuole una", specificando che si tratta del "cugino di Reggio Emilia". Priolo ribatte: "Ne fanno arrivare una cinquantina". E l’altro: "Non è facile trovarle, altrimenti le avrei prese. Questo ne aveva solo due, altrimenti ne avrei preso altre". Il 27 dicembre Umberto Cristello telefona poi al cugino di Sant’Ilario, chiedendogli se può andare a trovarlo perché è in zona. Gli inquirenti rilevano che quel giorno Cristello è prima passato da casa a Seregno, "dove ha prelevato un sacchetto di carta" e poi "è arrivato a Sant’llario, dove lo ha estratto dalla macchina", al recapito di casa dall’arrestato reggiano. I due cugini vengono di nuovo intercettati il 13 gennaio 2018, quando fissano un appuntamento per il 21, "il cui scopo potrebbe essere la consegna di denaro per la cessione dell’arma. E poco dopo - annotano i carabinieri - Umberto Cristello riceverà da Domenico una visita nella propria abitazione". Di rilievo una conversazione di mesi prima, il 22 luglio 2017: Umberto Cristello, in carcere a Busto Arsizio, "comunicò alla ex moglie e alla figlia la necessità di rimuovere un oggetto dal luogo in cui era stato nascosto e che era sfuggito alla perquisizione".