B&b fermato dal prefetto: "È a rischio infiltrazioni"

Le motivazioni dell’interdittiva verso il ’Stazione di don Camillo’ a Brescello. La donna e l’ex marito "hanno ancora interessi economici in comune".

B&b fermato dal prefetto: "È a rischio infiltrazioni"

B&b fermato dal prefetto: "È a rischio infiltrazioni"

di Alessandra Codeluppi

Il rischio di infiltrazione mafiosa e/o di condizionamento dell’attività di impresa è stato ravvisato "in un ampio quadro di insieme che ha tenuto conto di più fattori".

È quanto si scrive nell’informazione interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura il 18 marzo a carico di Maria Stella Lerose, titolare del B&b ‘Stazione di don Camillo’ a Brescello.

Per la donna, 60 anni, nata a Cutro e residente in paese, è stato disposto il divieto immediato di proseguire l’attività: lo prevede l’ordinanza emessa dal Suap (Sportello unico per le attività produttive) dell’Unione Bassa reggiana.

Nello specifico, si prescrive la decadenza della Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) per l’esercizio di affittacamere, locanda, camere e colazione.

Nel documento della Prefettura ci si sofferma sulle parentele, ma non solo.

Tra i soggetti "portatori di specifiche criticità", si indicano in particolare Domenico Camposano e il fratello della donna, Francesco Lerose.

Camposano, 62 anni, è l’ex marito della titolare del B&b, da cui risulta divorziata nel 2005: si elencano per lui diversi precedenti e controlli tra 2017 e 2018 in compagnia di persone tra cui Francesco Muto, condannato definitivo per associazione mafiosa in ‘Grimilde’.

Lui è il fratello di Maria Stella Camposano, vedova di Giuseppe Ruggiero ucciso nel 1992 in un agguato mafioso a Brescello. Del fratello Francesco Lerose si riferiscono precedenti per associazione mafiosa; lui è anche marito di Giovanna Grande Aracri, cioé cognato del boss di Cutro Nicolino Grande Aracri.

Altro elemento alla base dell’interdittiva è la "verificata commistione di interessi economici ancora attuali col presunto ex marito Camposano": l’uomo "risulta risiedere a Parma, ma tuttavia è ancora domiciliato sotto lo stesso tetto della moglie ed è titolare della riferibilità dei beni mobili e immobili formalmente intestati a lei".

Maria Stella Lerose risulta essere stata fino al marzo 2016 proprietaria del 95% delle quote di Royal srl, con sede legale a Brescello, quando poi cedette quote all’ex marito.

Facendo appfondimenti sulla donna, nel 2007 la finanza di Guastalla propose un sequestro connesso a una misura di prevenzione, ravvisando "la sproporzione tra i redditi assolutamente esigui da lui dichiarati e il patrimonio immobiliare e mobiliare di rilevante valore, tra cui sei fabbricati in viale Venturini, indirizzo dove ha sede legale l’attività commerciale dell’ex moglie". La difesa interpellata dal Carlino, avvocato Pierlino Benatti, ha annunciato ricorso al Tar "per ottenere la sospensiva dell’ordinanza del Suap e poter così riprendere l’attività ricettiva e poi per difendersi nel merito".