CHIARA GABRIELLI
Cronaca

Trovato a scuola con ferite e lividi. "Nostro figlio autistico picchiato da un’educatrice della cooperativa"

La denuncia dei genitori: "Era in un’aula da solo con contusioni su collo, braccia e schiena. Da allora si rifiuta di tornarci". Aperta un’inchiesta, Vassallo (Aut Aut): "Basta con il silenzio, le famiglie sono lasciate sole"

I graffi dietro l’orecchio del piccolo nella foto scattata dalla mamma a dicembre 2022

I graffi dietro l’orecchio del piccolo nella foto scattata dalla mamma a dicembre 2022

Reggio Emilia, 26 febbraio 2024 – “Ho trovato mio figlio da solo, in una stanza della scuola elementare, con dei graffi e dei lividi. Gli ho chiesto chi era stato e lui ha indicato l’educatrice. Da quel giorno, il mio bambino è cambiato: ha buttato il materiale scolastico e non c’è stato verso di farlo tornare a scuola. Abbiamo sporto denuncia. Vogliamo sapere cosa è accaduto, vogliamo risposte". A parlare è la mamma di un bimbo con una grave forma di autismo: il fatto in questione risale al primo dicembre del 2022, la denuncia è stata presentata, dopo qualche tempo, ai carabinieri. E ora sulla vicenda è stato aperto un fascicolo per abuso dei mezzi di correzione o di disciplina. La famiglia del piccolo, che ai tempi frequentava la quarta elementare, è assistita dall’avvocato Gisella Mesoraca del Foro di Reggio.

Quel giorno di dicembre, "sono andata come sempre a riprendere mio figlio a scuola – racconta la mamma –, qui trovo l’educatrice nel corridoio e lui invece era nell’aula, da solo, che giocava per terra. L’educatrice mi ha detto che era accaduto un fatto spiacevole, che mio figlio le aveva tirato i capelli e che per staccarlo era dovuta intervenire una maestra. Disse anche che mio figlio non la faceva entrare nell’aula. Dopo un po’ mi sono accorta che aveva un graffio profondo dietro l’orecchio sinistro e poi, guardando meglio, dei lividi sul collo. Ho chiesto chi era stato e lui mi ha indicato l’educatrice. Una volta a casa – prosegue la mamma –, ho scoperto dei lividi anche sulla braccia e sulla schiena, oltre che delle ferite sulle mani e sulle labbra". A quel punto, raccontano i genitori, hanno provato a contattare la scuola, all’inizio senza successo. Hanno quindi chiamato il Provveditorato informandoli della situazione: "Il lunedì seguente – spiegano il papà e la mamma del piccolo – la preside ci ha chiamato dicendo che l’educatrice in questione non era una dipendente della scuola ma della cooperativa Accento del Comune e a questo avremmo dovuto rivolgerci per il tramite di Officina educativa del Comune. Ci hanno anche detto che l’accaduto non sarebbe stato volontario e che comunque non avrebbe riguardato la scuola". I genitori hanno quindi contattato il Comune ed è stato fissato un incontro anche con i rappresentanti della cooperativa. "Pur manifestando dei dubbi sulle responsabilità, ci hanno chiesto scusa – raccontano il babbo e la mamma del bimbo –. A gennaio ci hanno detto che avevano trovato un’educatrice idonea a gestire la situazione e che il nostro bimbo avrebbe potuto quindi riprendere la frequentazione. Il giorno successivo abbiamo provato a riportarlo là, ma lui non ne ha voluto sapere, ha avuto una crisi di pianto". Il bimbo è stato poi seguito da una neuropsichiatra dello Spallanzani e da una psicologa "per aiutarlo a superare il trauma".

A cambiare scuola "non abbiamo provato – spiegano ancora i genitori –, nostro figlio infatti va a scuola con quei compagni fin dall’asilo, ci è cresciuto insieme, ha un forte legame, si trova a suo agio e loro gli vogliono bene, conoscono le sue problematiche. Per questo, ci siamo sempre sentiti fortu nati. Se consideriamo poi che i bimbi con autismo tendono un po’ a isolarsi, il fatto di aver socializzato e costruito queste amicizie per lui è fondamentale. In quel periodo, già da un po’ avevamo notato che purtroppo era peggiorato, era irrequieto, nervoso. E poi è successo quello. Ci sentiamo piccoli piccoli, molto soli, non ci sentiamo tutelati. Non ci siamo sentiti ascoltati, sembra che nessuno abbia compreso la gravità della situazione".

“Quello che è successo è molto grave – aggiunge Roberto Vassallo, presidente dell’associazione Aut Aut di Reggio (onlus di famiglie con portatori di autismo) –, può accadere se ci sono operatori che non sanno nemmeno cosa sia l’autismo. Questo bimbo è traumatizzato al 100 per cento, non vuole più mettere piede a scuola. Anche ammesso che abbia tirato i capelli all’educatrice, ciò non può in alcun modo giustificare lividi sulle braccia e sulla schiena, sembra sia stato pestato". Non è solo questo: "Non ci sono servizi adeguati, il tempo messo a disposizione per aiutare le famiglie non è abbastanza e i genitori si trovano spesso a dover fare tutto da sé. Siamo lasciati soli e adesso dovremmo anche stare zitti davanti a una cosa simile? No, non è possibile. I nostri figli innanzitutto devono essere seguiti da persone competenti".