’Budro’cresciuto tra i banchi del mercato

Chi era MassimilianoFerrara. Grande tifoso della Reggiana, l’ultima volta che si era visto in città è stata due settimane fa

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Tutti in piazza San Prospero conoscevano Massimiliano Ferrara. Tutti quelli che ‘facevano’ i mercati nelle piazze di Reggio, sapevano chi era.

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Un personaggio insomma. Con le sue difficoltà, ovviamente, e, purtroppo, anche qualche vizio di cui non faceva mistero, ma comunque una persona nota che almeno nella sua prima parte di vita, quella trascorsa nella nostra città, non ha fatto male a nessuno. Anzi, dal quadro che ne emerge, Massimiliano, il male se l’è fatto quasi ed esclusivamente solo a se stesso.

Il legame tra Budro, come si faceva chiamare da tutti, e Reggio Emilia non si era mai realmente spezzato. Periodicamente tornava in città e non mancava di fare una capatina in piazza San Prospero o nelle altre piazze, nei giorni di mercato, a salutare i ‘vecchi’ colleghi di un tempo. Sì perché Budro, la vocazione a stare in piazza, in mezzo alla gente e agli altri ambulanti, l’ha ereditata dai suoi genitori.

Molti si ricordano infatti, di uno splendido banco di maglieria alle estreme ‘propaggini’ di Piazza San Prospero, prima che iniziasse via del Vescovado, gestito dai coniugi Ferrara.

Ebbene, Massimiliano ha proseguito, finché ha potuto, l’attività dei genitori. Ma la morte di entrambi, soprattutto della mamma, Adriana Maria con cui il legame, si dice, fosse fortissimo, lo aveva colpito particolarmente.

"Aveva un carattere fragile – racconta chi lo conosceva – e da quando i genitori se ne sono ‘andati’ è caduto in una crisi che l’ha portato a cadere in qualche vizio e magari anche a frequentare persone non bellissime". Ferrara, tifosissimo della Reggiana di cui non si perdeva una partita finché ha abitato a Reggio, era un habituè del Circolo ‘Godot’ di vicolo Casalecchi (dove adesso c’è il ‘Groucho – Miscele alcoliche’), dove lo si vedeva sempre durante il week end. Al venerdì e al sabato trascorreva molte ore al bancone o tra i tavoli del piccolo locale del centro storico. Arrivava da solo con uno zaino che non abbandonava mai; ma, secondo chi frequentava il locale al tempo, Budro sapeva come farsi voler bene, intrattenere e intrattenersi con gli altri avventori del locale.

Si era trasferito in Olanda circa sette anni fa, ma, come detto, faceva periodicamente ritorno a Reggio.

L’ultima due settimane fa dove, con alcuni conoscenti, si era informato su come andavano i mercati esprimendo velatamente il desiderio di tornare al vecchio amore, quello di ambulante.

Ma non ha fatto in tempo. Le conseguenze della brutale aggressione di dieci giorni fa se lo sono portati via. Budro aveva un figlio, che abita in Olanda anche lui.

Ni. bo.