Capossela e Cavazzoni raccontano l’Ariosto

Una folto pubblico nella sala degli Specchi per la conversazione-lezione tra arte, letteratura e ironia.

Capossela e Cavazzoni raccontano l’Ariosto

Capossela e Cavazzoni raccontano l’Ariosto

Due amici si incontrano per una conversazione che scivola dal letterario ai ricordi di quando erano studenti e si cimentavano con l’interpretazione dell’Orlando Furioso di Ludovico Ariosto. Terzo ospite, il folto pubblico della sala degli Specchi del Teatro Valli, che l’altro ieri ha assistito allo scambio fra Vinicio Capossela ed Ermanno Cavazzoni nell’appuntamento dal titolo ‘Se il senno è sulla Luna’, volo fra le pagine ariostesche nella città natale del poeta. Da un lato, il cantautore ha rivelato il suo primo impatto con Ariosto, per lui, cresciuto a Scandiano all’ombra della Rocca, dove tutto rimanda all’epica cavalleresca vergata dai grandi poeti e c’è un parco reale e virtuale a loro nome: "Vedere confrontarsi Ludovico con le asperità del potere, nel suo incarico di governatore in Garfagnana, con la Giustizia, lui che diceva ‘non ho altro da offrire che parole’. Mi interessa questa contingenza. Quanto un grande intellettuale può incidere sulla realtà?". Dall’altro il docente e scrittore reggiano che conosce le pagine di Angelica, Medoro e Rinaldo a menadito eppure si stupisce ogni volta, trovandovi qualcosa di nuovo. O non sufficientemente analizzato e compreso. "Il mistero dell’amore rimane. Esso è più che mai una monomania, e disamorarsi è un caso, quanto l’innamorarsi. L’amore è una forma di pazzia transitoria". In questo senso si svela tutta la modernità del poema di Ariosto, per cui il sentimento offusca la mente e mette alla berlina ogni personaggio, sedotto dalle grazie di Angelica. "Adoro che per il poeta esista un solo girone infernale, quello degli ingrati in amore. - lancia la provocazione Vinicio – Lui non proprio non riesce a perdonarli, lo giudica il peccato più terribile". "E sono gli uomini a fare la fine peggiore – incalza Cavazzoni - vengono bruciati, mentre le donne solo affumicate. Forse perché gli uomini seducono, perciò ai suoi occhi sono più punibili", dice nell’ilarità della platea.

Lara Maria Ferrari