Caso affidi, il processo I due bimbi portati via e quegli abusi fantasma

In aula la ricostruzione degli inquirenti di una delle vicende sotto la lente. Una famiglia di stranieri ha perso i figli per anni. Il padre non poteva vederli.

Caso affidi, il processo  I due bimbi portati via  e quegli abusi fantasma

Caso affidi, il processo I due bimbi portati via e quegli abusi fantasma

Il padre che porta la bambina al pronto soccorso per un’infiammazione alle parti intime. I servizi sociali che ‘d’autorità’ sottraggono alla famiglia entrambi i figli, di 4 anni e poco meno di due anni, per consegnarli a una affidataria. E’ un altro caso, emerso ieri nell’aula di corte d’assise del tribunale, presieduta dal giudice Sarah Iusto, a latere la dottoressa Michela Caputo e i giudici popolari, dove è in corso di svolgimento il processo di ‘Angeli e Demoni’, incentrato su un presunto giro di affidi illeciti in Val d’Enza, per cui sono alla sbarra 17 imputati, proseguito con il maresciallo capo dei carabinieri Giuseppe Milano. Secondo quanto dichiarato dal militare, il provvedimento assunto dagli assistenti sociali sarebbe stato supportato da una loro relazione in cui emergeva un presunto abuso sessuale del padre che avrebbe usato su di lei un "ossicino di pollo", e delle condizioni igienico sanitarie della casa famigliare non accettabili ("Muffa, ceste, e materassi a terra nelle stanze da letto"). Nonostante l’esame ginecologico cui era stata sottoposta la piccola non avesse evidenziato nulla, il Tribunale dei Minori ritenne credibile ciò che era stato relazionato dagli assistenti sociali, decretando, tra l’altro, il divieto assoluto di incontri tra il padre e i suoi figli, mentre per la madre – sottoposta a trattamento sanitario obbligatorio – erano consentiti in forma assistita.

Nel settembre del 2016, nell’ambito del procedimento penale sulla presunta violenza sulla bambina, la Procura chiese l’archiviazione. Sarebbe stato qui, secondo l’impalcatura accusatoria, che il ‘Sistema Bibbiano’ prese il sopravvento, per contrastarne l’esito. Così entrarono in scena lo psicoterapeuta Claudio Foti e la moglie Nadia Bolognini, cui il capo dei servizi sociali Federica Anghinolfi, avrebbe chiesto una relazione per opporsi all’archiviazione. Da cui sarebbe emersa la necessità di un "riattraversamento mentale e narrativo della vicenda". E quando il Gip del Tribunale archiviò le accuse, gli assistenti sociali cercarono di spostare il focus sulle condizioni psichiche della madre, la quale a poco a poco si stava riprendendo, o sulle quelle di vita della coppia. Infine, durante la deposizione è emerso come i genitori (costituitisi parte civile con l’avvocato Nicola Tria) avessero inviato, a dicembre 2018, una serie di regali per i loro bimbi. Non li ricevettero mai. Nel 2020, dopo cinque anni, i bimbi sono tornati dai loro genitori.

Nicola Bonafini