Coronavirus Reggio Emilia, allarme affitti. "Tanti non pagano"

Confedilizia: "Famiglie in cassa integrazione e studenti fuorisede, così come negozi chiusi, si rifiutano di versare il canone"

Anna Maria Terenziani

Anna Maria Terenziani

Reggio Emilia, 15 maggio 2020 - «Aiuti insufficienti, lo Stato faccia qualcosa". Questo il commento di Confedilizia alla grave emergenza affitti che il Coronavirus sta portando con sé anche nella nostra provincia. Crisi, questa, che colpisce gli studenti da una parte, e i lavoratori precari – o in cassa integrazione – dall’altra: "Tra i nostri duemila associati, ben un terzo è rappresentato da studenti universitari fuori sede – sottolinea la presidente Annamaria Terenziani –. Poi ci sono le famiglie in cassa integrazione che faticano a pagare il canone, che in questo momento sono il 20% dei contratti che seguiamo". Una situazione che non sembra affatto migliorata dopo l’annuncio del Decreto Rilancio da parte del presidente Conte, in cui – riguardo gli affitti – la riduzione al 60% del credito di imposta a favore dei conduttori, in regola con il pagamento dell’affitto per tre mensilità, non viene comunque considerato sufficiente a risolvere il problema: "L’inquilino chiede di congelare i canoni, e non pagare nemmeno il 40%" continua Terenziani. Gli studenti tornati nelle case dei genitori dopo l’inizio della pandemia, ad esempio, non stanno pagando e chiedono di riprendere l’affitto solo da settembre, quando le università saranno – presumibilmente – aperte: "C’è chi abbuona il canone del mese di agosto, e chi la riduzione la spalma su più mensilità. Tutte vie, però, che non sarebbero legittime, ma dettate solo dal buon cuore dei proprietari, che ricordiamo essere a loro volta in palese difficoltà". Sul fronte proprietari, per l’appunto, l’affitto rappresenta l’unico reddito di quasi la metà di loro; per un quarto è integrazione di una piccola pensione, mentre solo per il restante quarto rappresenta il secondo reddito (che comunque, tra Irpef, Imu e spese condominiali, si riduce notevolmente). In più, questi ultimi si vedono tassato il canone di locazione anche se non percepito, salvo scritture di riduzione però in tanti casi impossibili da stipulare poiché la riduzione attualmente richiesta, nella maggior parte delle situazioni, è pari a zero. Insomma, situazione che colpisce in egual modo sia locatari, sia locatori. Confedilizia – tramite lo sportello Covid, inaugurato proprio per la risoluzione di controversie create dall’emergenza abitativa – afferma di essere riuscita a salvare molti contratti: "A chiamarci sono proprietari e affittuari sia nel settore commerciale, sia in quello abitativo – continua il presidente – Per quanto riguarda la prima fetta, i problemi maggiori sono rappresentati dai capannoni in affitto, non utilizzati per le diverse settimane di lockdown. Riguardo gli affitti abitativi, invece, cerchiamo di modificare i canoni (sempre e solo se accettato dal proprietario; ndr ) attraverso dilazioni di pagamento con rate minime o vere e proprie riduzioni".

Alcuni sfratti, però, saranno inevitabili: sono le situazioni di morosità registrate prima dell’emergenza Covid19, per le quali oggi non si può fare più nulla: "Dalle prossime settimane verranno notificati gli sfratti – conclude Terenziani –. Abbiamo già ricevuto diver se richieste".