Coronavirus Reggio Emilia, 4 tamponi negativi. Positivo al test sierologico

L’insolito caso di Ivo Pigozzi, 84 anni. Il figlio: "Mio padre aveva avuto una polmonite tra ottobre e novembre, a marzo gli sono tornate tosse e febbre"

Ivo Ernestino Pigozzi

Ivo Ernestino Pigozzi

Reggio Emilia, 1 maggio 2020 – I tamponi per la diagnosi del Coronavirus funzionano al 100%? Non sempre, come dimostra l’inconsueto caso di un anziano di Villa Minozzo, malato di polmonite, risultato negativo al tampone per ben quattro volte e poi positivo solo al test sierologico. È successo a Ivo Ernestino Pigozzi, 84 anni, nato a Gova di Toano, ma residente a Carniana di Villa Minozzo.

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“Mio padre aveva già avuto una polmonite tra ottobre e novembre – racconta il figlio, Fabrizio Pigozzi (55 anni), che vive con lui –, non era stato ricoverato ma sottoposto a una terapia antibiotica. Poi sembrava guarito ed è stato abbastanza bene fino a marzo, quando gli sono tornate la tosse e la febbre, arrivando ai 38,5-39°C. Ha preso la tachipirina, gli preparavo spremute e camomilla, però tosse e febbre persistevano, non aveva appetito ed era sempre debole, per cui l’ho accompagnato a Castelnovo dove gli hanno prescritto degli antibiotici. Ma dopo una settimana la situazione peggiorava, abbiamo chiamato l’ambulanza, è stato portato al Sant’Anna, poi, siccome aveva ancora la polmonite, il 25 marzo è stato ricoverato a Scandiano”.

Al Magati di Scandiano, interamente dedicato all’emergenza Covid-19, la tac al torace ha evidenziato una “polmonite interstiziale di probabile origine infettiva” e Pigozzi è stato sottoposto a diversi tamponi per la diagnostica del Covid-19, i quali hanno dato tutti esito negativo. “È stato sottoposto a 4 tamponi – prosegue Fabrizio –, risultati tutti negativi. Dopodiché hanno deciso di provare con il test sierologico: aveva una polmonite interstiziale da pregressa infezione da Covid-19. È rimasto a Scandiano, isolato, per 8 giorni, per fortuna non ha avuto bisogno di ossigeno. Poi ha cominciato a stare meglio e il 2 aprile sono andato a prenderlo per riportarlo a casa, dove ha continuato la terapia prescritta (Triatec, Paracodina e Tranquirit)”.

Sulla relazione clinica emessa alla dimissione si parla di “polmonite interstiziale bilaterale da pregressa infezione da Covid19 (tampone negativo e presenza di anticorpi IgG e IgM)”. “Il quadro clinico all’ingresso evidenziava una polmonite interstiziale bilaterale da sospetto Covid – scrivono riguardo il decorso ospedaliero –, pur presentando tampone costantemente negativo. Essendo il quadro radiologico tipico abbiamo eseguito gli anticorpi che sono risultati positivi (IgM e IgG), espressione di una pregressa malattia e dell’ottenuta immunizzazione”.

Il signor Ivo da giovane ha svolto diversi lavori, è sempre stato una persona sana e fino a poco tempo fa andava a funghi e camminava in montagna. “Ci hanno detto che per la sua età è stato fortunato, ha sviluppato gli anticorpi ed è immune – sottolinea il figlio –. Secondo il nostro medico curante probabilmente aveva già contratto il Covid-19 in autunno. Non si sa come mai i tamponi siano risultati negativi, questo virus è un po’ un mistero per tutti. Inoltre prima del lockdown mio padre giocava a carte con i suoi amici, ma nessuno è stato contagiato. Anch’io che vivo con lui non ho accusato nessun sintomo e non mi è stato fatto alcun tampone. Ora mio padre sta meglio, ha ripreso a mangiare, non esce di casa, sta in giardino, mi occupo io dei lavori e della spesa”.