L'appello di Cristian, disabile pronto a pagare per avere amici conquista il web

Il 20enne riceve migliaia di messaggi commossi sui social

Reggio Emilia: Cristian, affetto da Sma (Foto Artioli)

Reggio Emilia: Cristian, affetto da Sma (Foto Artioli)

Reggio Emilia, 28 dicembre 2018 - "Cerco amici. Sono disposto a pagare 7 euro all’ora...». Un appello semplice. Diretto. Un post su Facebook che anche grazie alla magia del Natale diventa virale, toccando e scaldando i cuori dell’Italia intera. Cristian Viscione, 20 anni da compiere a marzo, vive a Reggio Emilia e con le parole ci sa proprio fare. Parla scrivendo. L’unico modo che ha per comunicare è attraverso una tastiera virtuale di un computer che utilizza muovendo in modo incredibilmente veloce una sorta di joystick. E’ affetto da quando ha 8 mesi dalla Sma, l’artrofia muscolare spinale, una malattia che spegne progressivamente i motoneuroni e che lo ha costretto a essere bloccato completamente su un letto. Ma il suo cervello corre, senza limiti, la sua mente ha sia la testa sia le gambe.

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Cristian è dotato di un’intelligenza sopraffina (provate a sfidarlo a scacchi online e ve ne accorgerete...) e così partorisce questo post anche un po’ provocatorio. «Se penso che chi verrà lo faccia solo per soldi? Per fortuna tanti si sono offerti gratuitamente, vuol dire che esiste ancora qualcuno di sano in questo mondo...». Poche risposte, limitate alla sua cerchia di amici virtuali. Ma dopo l’interessamento del nostro giornale, la storia fa il giro del Paese. E scatta così una gara di solidarietà incredibile. Oltre duemila richieste di amicizia sui social arrivate tra i giorni della Vigilia e Santo Stefano, più di tremila messaggi di giovani e adulti che si sono offerti di conoscerlo e di andarlo a trovare, ai quali Cristian in modo certosino e instancabile, ha risposto ringraziando tutti.

Chi si immagina una situazione di degrado oppure chi si sente quasi in dovere di regalare compassione o pietà per Cristian si sbaglia di grosso. Abita in una bella casa, circondato dall’amore di una bellissima famiglia che fa tanti sacrifici per garantire spazi e strumenti adeguati. Ciò che chiede è solo normalità. «Voglio vivere la vita, come ogni mio coetaneo. Tutto qui. Vorrei trovare un lavoro, mi sono diplomato in grafica e design con 95/100. Sono bravo a utilizzare il computer e sono pronto sia a lavorare da casa sia ad andare in sede se le strutture me lo permettono. Con le barriere architettoniche in Italia abbiamo ancora qualche problema... E poi vorrei conoscere persone che hanno i miei stessi interessi e andare con loro a vedere un concerto o una partita di calcio allo stadio della mia Juventus magari».

Cristian respira vita nonostante sia attaccato a una macchina che gli consente di avere ossigeno. E parte di quest’aria buona gliel’ha fatta assaporare Irene, una 24enne che gli ha fatto infermiera per un po’ di tempo durante il tirocinio e che ora però ha trovato un lavoro indeterminato in un’altra struttura. Nonostante questo, mette a disposizione tuttora il suo giorno libero per passarlo con lui. Lo porta a fare colazione, l’aperitivo e persino al cinema. Un po’ come il film francese «Quasi Amici». Anzi, ancora più commovente. Perché anziché una sedia a rotelle, Cristian può essere trasportato solo sul suo lettone. Ma dopo un po’ che lo si conosce, è come se il letto sparisse. Non ci si fa più neppure caso. Perché lui nonostante tutto, corre con la mente come fossero gambe. Ovunque. Parla scrivendo. E vive. Senza mai accontentarsi e desideroso di conoscere nuovi amici, disposto pure a pagarli. Ma conoscere Cristian non ha davvero prezzo.