
Diga di Vetto, assegnata la gara. Un anno per redigere lo studio
Dodici mesi di tempo da ieri per redigere il DocFap della Diga di Vetto. Nelle scorse ore è stata assegnata in modo definitivo la gara per la realizzazione del Documento di Fattibilità delle alternative progettuali dell’invaso. La Commissione giudicatrice ha stabilito che l’offerta migliore è quella del raggruppamento che – come anticipò il nostro giornale – a fine maggio aveva ottenuto l’aggiudicazione provvisoria. Si tratta della cordata capitanata dalla ’C&S Di Giuseppe Ingegneri associati srl’ di Chieti; della Rti fanno parte anche Hmr Srl, Società Cooperativa Politecnica Ingegneria e Architettura, Aig Ingegneria Srl, Studio Silva Ingegneria Srl, Paolo Turin e Quanat Engineering srl di Palermo. Ha ottenuto il punteggio più alto (94,44 su 100). Nulla da fare per le altre cordate, tra cui quella con capofila la Binini Partners di Reggio.
Per legge il contratto dovrà essere sottoscritto entro due mesi; poi la Rti avrà 10 mesi per la predisposizione del DocFap. Dall’estate 2025 inizierà la seconda fase: la stesura del Progetto di fattibilità tecnico-economica (Pfte). Lo sfasamento di un mese tra aggiudicazione provvisoria e definitiva è legato al fatto che si sono dovute vagliare le caratteristiche di ammissibilità delle cordate (ad esempio le certificazioni antimafia). Inizialmente infatti la Commissione aveva analizzato i documenti relativi al progetto. È il Consorzio Bonifica dell’Emilia Centrale (Cbec), coadiuvato dalla Bonifica parmense, ad essere attuatore della "Realizzazione di un invaso a scopi plurimi in ambito montano e altre azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della Val d’Enza, nelle provincie di Reggio e Parma".
Progetto faticosamente ripreso in mano, dopo trent’anni di veti politici e battaglie, nel 2017 e che ha prodotto nel giugno 2018 un documento in cui si prevedono anche una serie di azioni sinergiche per ridurre il deficit idrico della Val d’Enza. La battaglia non è però cessata: la stessa minoranza nel Cbec continua a lamentare come il DocFap abbia alla base il quadro esigenziale (sulla base del quale dimensionare la diga) del 2017 tracciato da Meuccio Berselli (AdbPo e poi Aipo). Allora si parlava di un invaso da 100 milioni di metri cubi, ma le esigenze idriche a parere della minoranza sono superiori di circa 50 milioni di mc a causa dell’inquinamento da nitrati (cancerogeni) delle acque di falda della pianura. Il DocFap viene finanziato dalla Regione (300mila euro) e dai due consorzi (200mila euro). Il Progetto di fattibilità sarà invece coperto con i 3,2 milioni di euro stanziati dal Governo Draghi e confermati dal Governo Meloni.