
Ha patteggiato 3 anni e 2 mesi da scontare ai domiciliari Valentin Lungu. Il 32 enne rumeno, residente a Reggio, era stato arrestato il 15 di ottobre perché nella sua casa in via Astico, i carabinieri avevano trovato sostanza stupefacente, l’armamentario per confezionare le dosi e denaro in contanti. Così, erano scattate le manette nei confronti del giovane.
L’arresto era arrivato al termine di un’attività di sorveglianza del diretto interessato da parte dei carabinieri del comando di Corso Cairoli, dopo che erano giunte diverse segnalazioni di attività sospette in via Astico, nei pressi della residenza di Lungu. Una volta saliti per esaminare l’appartamento, nascosti in un contenitore dentro la ‘scatola’ del contatore del gas dell’appartamento, le forze dell’ordine avevano rinvenuto 102,2 grammi di cocaina in una busta e altra sostanza stupefacente (del peso di 71,8 grammi), un bilancino di precisione, delle bustine per confezionare le dosi e 510 euro in contanti considerati dai carabinieri come il provento dello spaccio. All’esito della direttissima, il giudice Simone Medioli Devoto aveva convalidato l’arresto e disposto la custodia cautelare in carcere. Lungu, difeso dall’avvocato Domenico Noris Bucchi e rappresentato in aula dal collega Luigi Scarcella, aveva chiesto un termine a difesa per il processo che si è tenuto ieri mattina, sempre davanti al dottor Medioli Devoto. L’esito è stato, appunto, il patteggiamento tra la difesa e la Procura, impersonata dal sostituto Marco Marano, con la pena di 3 anni e 2 mesi, da scontare ai domiciliari, che va ad inglobare anche quella di un anno e mezzo (pena sospesa) frutto di un altro patteggiamento (questa volta con il sostituto procuratore Iacopo Berardi) per un precedente arresto avvenuto a marzo (anche se poi, il patteggiamento è datato aprile 2021) . In quell’occasione Lungu ammise le sue responsabilità, si scusò, e tornò libero. In quella circostanza, il 32enne rumeno, fu ‘pizzicato’ dai carabinieri, in compagnia di un altro giovane, a bordo di un’auto parcheggiata in via Leoncavallo, nelle vicinanze del parco delle Querce rosse. Perquisiti, sia a livello personale che domiciliare, erano stati rinvenuti mezzo etto di droga e soldi in contanti. Davanti al giudice si era scusato ed ha giustificato parte dei soldi in contanti come una vincita al poker online, di cui produsse le ricevute. Da qui l’iter giudiziario cui era stato sottoposto ad aprile.