Due anni di Dad tra ansia, depressione e fragilità Molti adolescenti alle prese con disturbi alimentari

Il cambio delle abitudini e dei ritmi ha portato tanti ragazzi a modificare il proprio rapporto col cibo

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Chi avrebbe mai pensato che la dad ci coinvolgesse per quasi due anni? Noi ragazzi viviamo da troppo tempo in una situazione surreale, da cui speriamo di uscire al più presto per avere l’occasione di riprenderci la nostra vita. Le fragilità dei giovani si sono accentuate dall’alterazione dei ritmi quotidiani. Ciò che ha destabilizzato di più è stato il ritrovarsi blindati in casa da un momento all’altro. E le emozioni che hanno prevalso sono state ansia e depressione. L’alimentazione dipende dalle emozioni. Gli adolescenti accusano da sempre gli attacchi rivolti al corpo e questi portano ad esempio ad un disturbo della condotta alimentare tanto da controllare in modo ossessivo il peso. Non è facile né per i diretti interessati né per le loro famiglie capire quando sia un cambio di abitudini o una malattia. Per molti ragazzi lo stare chiusi in casa - fra dad e mancanza di sport - ha significato mangiare di più o perdere l’appetito. Sono malattie alimentari l’anoressia, la bulimia, l’obesità e binge-eating (bulimia nervosa). Ovvero un rapporto ‘malato’ con il cibo. Da esse nascono problemi più profondi come la vergogna, l’ansia, la depressione e la solitudine. Alcuni di noi hanno modificato le abitudini alimentari. Per esempio: chi prima del covid faceva molto sport era abituato a mangiare quantità proporzionate al dispendio calorico. Gli stessi si sono ritrovati ad avere inappetenza per timore di accumulare peso e non avere le medesime prestazioni sportive. Se n’é parlato in classe con i docenti e con la psicologa della scuola, con loro abbiamo valutato quanto la mancanza di socialità abbia accentuato problemi latenti nei ragazzi, che sono emersi platealmente, tanto da portare alcuni a rinchiudersi in casa senza avere il desiderio di frequentare la scuola, i luoghi sportivi o gli amici. Se c’è un problema è necessario parlarne con un adulto, un amico fedele, persone specializzate e, anche se è difficile, provare ad ignorare gli insulti gratuiti. Sapersi accettare, ci rendiamo conto, è una conquista quotidiana. Ma solo con una vita sana, di relazioni e di confronto possiamo raggiungere l’obiettivo.

Diana Vico, Zoe Mantovan, Gaia Colizzi, Raffaella Bacilieri II A

Disegno di Sabrina Arrivo