Ecco ’Il volo della sirena’ un film tutto reggiano

Viene presentato in anteprima stasera alle 21 al cinema Apollo ad Albinea. Girato in provincia, si ispira alla storia di una donna accusata di stregoneria.

Ecco ’Il volo della sirena’  un film tutto reggiano

Ecco ’Il volo della sirena’ un film tutto reggiano

Nel 1375, proprio a Reggio Emilia, fu processata la prima donna accusata di stregoneria in Italia. Si chiamava Gabrina degli Albeti e di lei parla anche Ludovico Ariosto.

A questa storia si ispira Gian Luca Carretti nella realizzazione del film "Il volo della sirena". Una pellicola tutta reggiana, che stasera viene presentata in anteprima al cinema Apollo di Albinea (con inizio alle 21).

Protagonisti sono Giuliano Brunazzi, Antonio Grieco, Julia Rossi e Silvia Piccinini. Il film è prodotto dalla Gandalf Vision. "L’evento di questa sera e il film sono dedicati ad Antonio Grieco, attore sassolese tra i protagonisti, scomparso al termine delle risprese. - Ha detto il regista Gian Luca Carretti. - Un grande amico e un bravo professionista, a cui ero legato da molti anni".

Il film è un ‘mistery’, girato sia in bianco e nero sia a colori, ambientato interamente nella nostra provincia: tra Reggio, Correggio e l’appennino. Il lungometraggio racconta la vicenda di un professore, Giorgio Greco (interpretato dall’attore reggiano Giuliano Brunazzi), incaricato da uno studioso di storia locale di ritrovare un calice appartenuto a Gabrina degli Albeti. La storia si snoda poi tra delitti, veleni, apparizioni e simboli.

" In realtà non ho voluto dare un’esplicita connotazione ambientale al film, che si svolge quasi in un ‘non luogo’. Una scelta che mi è sembrata ideale per inseguire ombre e seminare dubbi, per creare l’atmosfera cupa propria di questa drammaturgia - spiega Gian Luca Carretti. - Un film dagli scenari e dalle atmosfere che richiamano, almeno nel mio immaginario, certe poesie di Jorge Luis Borges, talvolta oniriche e sospese. Atmosfere che molto devono anche alle suggestioni evocate dalla colonna sonora, composta da Marco Remondini.

l film non vuole rispecchiare il reale, ma arricchirlo di nuove prospettive e di valenze poetiche. Mi importa poco che si capisca razionalmente il senso di ogni scena, preferisco che lo spettatore lo intuisca: un po’ come succede con la musica. E se lo spettatore si perde, oppure ogni tanto si disorienta, non mi dispiace.

La nostra è una produzione indipendente, autoprodotta e autofinanziata, senza aiuti pubblici e sponsor privati. Diciamo una produzione personale: così deve essere collocata e valutata. Ne abbiamo accettato coraggiosamente i limiti e ci godiamo anche la piena libertà di agire che ci da questa condizione".

Stella Bonfrisco