"Finalmente profeta in patria Sarà una serata piena di emozioni"

Max Collini stasera alla Cavallerizza (ore 21) conclude un lungo tour iniziato nel maggio del 2019 "Nello spettacolo rileggo i testi delle canzoni indie scoprendo che rivelano il volto della società attuale"

"Finalmente profeta in patria  Sarà una serata piena di emozioni"

"Finalmente profeta in patria Sarà una serata piena di emozioni"

di Daniele Barilli

Certe notti. Già, ci sono notti in cui sfioriamo con mano le nostre emozioni. Le riportiamo in superficie. E ci ritroviamo a confrontarci con loro. Più o meno quello che succederà questa sera alle 21 alla Cavallerizza a Max Collini che torna a casa concludendo un tour lungo tre anni che gli ha regalato tante soddisfazioni. Una serata speciale in cui Collini condividerà pensieri, idee, emozioni con la gente che ha sempre camminato al suo fianco. Certe notti, insomma, sono proprio speciali.

"Strano a dirsi, ma per la prima volta nella mia vita - sorride ironico l’ex leader degli Offlaga Disco Pax - mi sento profeta in patria. Quasi tutta la mia storia artistica, infatti, è stata fuori da Reggio. Esattamente 20 anni fa debuttavo con gli Offlaga Disco Pax e quel percorso non ha quasi mai coinciso con la città in cui sono nato e cresciuto. Malgrado, e questo ci tengo a sottolinearlo, Reggio abbia sempre caratterizzato le mie scelte artistiche tanto che il nostro terzo album fu, di fatto, un concept dedicato alla città. Il consenso maggiore, però, è arrivato da altre realtà e da altre zone. Tanto che...".

Tanto che...?

"Tanto che, lo confesso, quando è arrivato il momento di scegiere il luogo in cui portare in scena per l’ultima volta questo spettacolo, mi sono chiesto se non fosse meglio puntare su una grande città dove sarei stato sicuro di avere una cornice di pubblico importante. Poi è prevalso il cuore e la mia reggianità e ho deciso di salire sul palco di una sala di rilievo come la Cavallerizza. La risposta è stata straordinaria".

Tutto esaurito in pochi giorni...

"Esatto. All’inizio temevo di aver fatto un azzardo e invece, riflettendoci a posteriori, avrei potuto riempire anche il Valli o l’Ariosto, considerato che ancor oggi c’è richiesta di biglietti per questo spettacolo. Ma sono contentissimo già così".

Con quale stato d’animo salirà sul palco questa sera?

"Sarò emozionato e felice. Ci saranno amici e ospiti che verranno, da spettatori, alla Cavallerizza tra cui Massimo Zamboni e il sindaco Luca Vecchi. Per me, tutto questo, è molto gratificante".

Cosa ci racconterà?

"Questo è uno spettacolo particolare, in cui mi sono reinventato monologhista. E’ dedicato alla musica indipendente italiana che, partendo dalle cantine, ha conquistato spazi enormi tanto che i Pinguini Tattici Nucleari hanno già fatto registrare il tutto esaurito a San Siro. Questo significa che le canzoni che propongono, parlano del mondo attuale e delle emozioni dei giovani".

E lei come si pone di fronte a tutto ciò?

"Io recito i testi dei cantanti e dei gruppi indie come, ad esempio, Coez, Lo Stato Sociale, Calcutta, Cosmo, Tommaso Paradiso e gli stessi Pinguini Tattici Nucleari. La scelta che ho fatto è quella di proporli in un modo diverso, dimostrando che il messaggio trasmesso è forte e resta in piedi anche da solo. Che c’è talento, insomma. Il mio diventa uno spettacolo sul linguaggio che sa essere incisivo anche senza musica. Poi, vi dico, ci sono cose di enorme talento ma anche, altre, terribili e quasi comiche".

Ci sarà anche musica?

"Lo spettacolo non la prevederebbe, ma, in questo caso, proprio perché torno a casa, ho deciso di fare un’eccezione. Insieme a Jukka Reverberi e Daniele Carretti suonerò qualcuno dei miei brani storici per fare un regalo al pubblico e fare un regalo anche a me stesso. Devo preparami bene - ride Collini - perché sono anni che non li faccio più".

Da quando lei ha cominciato la sua attività artistica il mondo è decisamente cambiato...

"Eh sì: oggi uno come De Gregori non esiste più. Perché le canzoni interpretano i nostri momenti e le nostre emozioni. Rivelandoci il vero volto della società in cui viviamo.

Se ci pensate nei testi delle canzoni attuali non trovate più la parola noi perché questa è una società estremamente individuale e parcellizzata. In cui siamo quasi tutti autoreferenziali. Le canzoni che nascono ora danno molto spazio all’io contro tutti. Proprio per questo lo spettacolo che propongo è leggero, ma, al contempo, politico. Spero, insomma, che quello che racconto possa portare qualcuno a fare delle riflessioni".