EMANUELE CAVALLARO *
Cronaca

"Il derby del Secchia qui ci divide. San Nico Facciolo, proteggici tu"

Il sindaco di Rubiera racconta l’atmosfera sul confine: "Ho un caro amico che andrà nella curva sbagliata"

"Il derby del Secchia qui ci divide. San Nico Facciolo, proteggici tu"

"Il derby del Secchia qui ci divide. San Nico Facciolo, proteggici tu"

Come si vive il derby del Secchia proprio sul Secchia? Abbiamo al sindaco di Rubiera, Emanuele Cavallaro, da sempre tifoso granata, di raccontarci come si vive l’attesa del derby nella cittadina di confine.

Tutto è pronto per fronteggiare l’invasione. Sul pilone di un cavalcavia dell’autostrada vicino al confine, nei mesi passati, una misteriosa mano ha prodotto un gigantesco ritratto di san Nico Facciolo, accompagnato dall’invocazione ‘proteggici dai modenesi’. Il portierone del doppio miracolo ha personalmente apprezzato l’iniziativa, assicurando la sua intercessione. Si predispongono vedette. I muri raccontano - in particolare quello vicino al nuovo campo da calcio sintetico - quell’episodio storico che il Tassoni deformò a favore dei futuri canarini secondo cui a Rubiera, sotto il Forte, nacquero le Teste Quadre, reggiani percossi in testa dai modenesi. Si sa, una definizione che poi è diventata un orgoglio granata perché sì, teste quadre ci sentiamo, di qua dal Secchia. E ne andiamo orgogliosi.

Rubiera, terra di confine, è altresì popolata da talune truppe gialloblù, persino organizzate. Se ne coglie la presenza nei luoghi istituzionali, come il bocciodromo, sulla cui colonna portante sono affissi i gagliardetti di entrambe le società del derby del Secchia - chissà le discussioni per deciderne l’ordine -. Una comunità aperta, tollerante e vocata all’ospitalità come la nostra ha sempre trovato la via di una sana e concorrente convivenza, improntata allo sfottò, alle terribili mosse apotropaiche in corso già da diverse settimane, a quella sapida rivalità che va esibita con franca onestà: peggio di tutto chi tifa e non dichiara. Il derby del Secchia in molti casi divide gruppi di amici, squadre sportive, addirittura - più raramente, però - famiglie. E’ una cosa grave, ma non seria.

Nella consapevolezza che la sfida tra cappelletti e tortellini si può risolvere solo in una meravigliosa abbuffata, lieti di quella ricchezza cresciuta nell’alterità tra le città nate lungo la via Emilia, i rubieresi sanno bene che è necessario gareggiare nello stimarsi a vicenda, gufando tutto il possibile. E così, l’altro giorno, è capitato di parlare con un rubierese che il primo maggio andrà nella curva sbagliata, con il figlio. Siam proprio amici, tra l’altro. Che dici, facciamo una macchinata? No. No. Non esageriamo. Ci vediamo poi il due. Viva i cappelletti.