Il Po regge, i bacini alpini no "Ci preoccupa la siccità in altura"

Domenico Turazza (osservatorio del Po): "Il fiume non è in crisi, il livello attuale è vicino alla media. Delle precipitazioni conserviamo troppo poco: solo l’11%. Così si creano sprechi e esondazioni"

Il Po regge, i bacini alpini no  "Ci preoccupa la siccità in altura"

Il Po regge, i bacini alpini no "Ci preoccupa la siccità in altura"

I 2,5 metri sotto lo zero all’idrometro AiPo di Boretto – con un calo di dieci centimetri in un paio di giorni – non sembrano preoccupare gli osservatori tecnici che analizzano l’andamento del fiume Po. Sembra preoccupare maggiormente la carenza di neve in Appennino e una diminuzione dell’innevamento in alta quota. "Il fiume Po è a livelli bassi, è vero – spiega l’ingegnere Domenico Turazza, direttore del consorzio di bonifica dell’Emilia Centrale – ma l’attuale quota è più o meno nella media di stagione. Con il Po siamo a diciassette metri sul livello del mare ma in questo periodo è un dato che non preoccupa, visto che la stagione irrigua è ancora lontana.

Dobbiamo piuttosto preoccuparci del fatto che piove poco in quota, in Appennino e in Montagna, con temperature che non favoriscono l’accumulo di neve, che invece sarebbe importante come riserva idrica per i prossimi mesi. In Lombardia, Val d’Aosta e Piemonte la neve non è ai livelli degli anni passati. E ci risultano pure quote basse dei laghi lombardi, in particolare quelli di Como e Maggiore, che sono importanti per il fiume Po. La speranza è che si possano avere abbondanti precipitazioni e tanta neve in quota tra fine gennaio e febbraio, potendo garantirci della riserva idrica per la primavera e l’estate".

Pur se sembra prematuro manifestare preoccupazione, l’attenzione dei tecnici è dunque puntata sul meteo delle prossime settimane, nella speranza che aumentino il manto nevoso in montagna e le quote dei laghi del Nord Italia. Già nelle scorse settimane l’Osservatorio Anbi sulle risorse idriche aveva messo in evidenza il calo delle precipitazioni rispetto alla media del periodo, con conseguente minor accumulo di neve, tanto da registrare una riserva d’acqua stoccata nei bacini prealpini intorno al 30 per cento della media.

E dire che di acqua, attraverso le piogge, ne scende molta in Italia. "Purtroppo – aggiunge Turazza – è ben noto che solo l’11 per cento di queste precipitazioni viene trattenuto e utilizzato per usi agricoli e civili. Il resto finisce in mare. Come dimostra la situazione del Po, con milioni di metri cubi d’acqua che vediamo ogni giorni riversarsi nell’Adriatico. I progetti ci sono per cercare di risolvere almeno in parte questi problemi, ma siamo in un sistema che prevede tempi lunghissimi per realizzarli. Alcuni dei nostri progetti, come la cassa di espansione di Novellara, stanno andando avanti. Ma si tratta di proposte avanzate trent’anni fa e che, per fortuna, non abbiamo mai spesso di sollecitare. Questo progetto, che interessa il cavo Bondeno, diventa utile non solo per trattenere acqua per l’agricoltura, ma anche per far fronte ad eventuali esondazioni".

Antonio Lecci