"In 4 mesi vogliamo tornare alla normalità"

Cristina Marchesi, direttrice sanitaria dell’Ausl Reggio, spiega le attuali difficoltà per visite ed esami e si pone un obiettivo preciso

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di Giulia Beneventi

Cristina Marchesi, direttrice sanitaria dell’Ausl Reggio, illustra l’enorme mole di lavoro che l’azienda si è trovata a dover gestire. Negli ultimi giorni, ancora agli inizi del post-emergenza, il ritorno alla normalità mette infatti già in preventivo quattro mesi (da marzo a giugno) di visite da ricollocare.

Direttrice, quanto sono aumentati gli accessi agli sportelli polifunzionali del Santa Maria Nuova?

"Nell’ultima settimana è stato registrato un raddoppio di presenze: se si considerano i 150200 accessi al giorno del passato, in questo periodo siamo arrivati fino a 400, un numero altissimo".

In generale, come state gestendo l’afflusso enorme di questo periodo?

"Stiamo lavorando incessantemente. Nell’ultima settimana, su tutta la provincia, sono stati registrati 6800 accessi diretti ai laboratori. Va precisato che l’accesso diretto non è più possibile se non per pazienti tao (terapia anticoagulante orale, ndr), donne in gravidanza, bambini e urgenze di tipo U e B. Quanto alle richieste urgenti, allo sportello ne abbiamo ricevute 853 di tipo U (per cui bisogna intervenire entro 72 ore, ndr) e 1675 di tipo B. Parallelamente siamo attivi nella ricollocazione delle prestazioni bloccate".

A che punto siamo, con le ricollocazioni?

"In tutto oggi abbiamo già riprogrammato 40mila prestazioni di laboratorio, mentre noi come Ausl abbiamo già fissato visite o esami strumentali per 12mila persone, che può sembrare poco ma è un bel numero".

In tutto questo, il privato che ruolo ha?

"Ci sta dando una grossa mano, da luglio ci sarà anche la possibilità di ricollocare le prestazioni fuori dalla nostra provincia: il mondo privato reggiano, che in questi giorni viene ‘spremuto’, ha altrettanto bisogno di sostegno. A questo punto, vorrei rinnovare l’invito già fatto ai cittadini".

Prego.

"Oggi non riusciamo più a tenere i ritmi di una volta. I nostri professionisti ci hanno dato più disponibilità, ma bisogna calcolare tutti i tempi di sanificazione e gestione delle sale attesa. E’ evidente che c’è un forte desiderio di andare di persona allo sportello e, per certi versi, è comprensibile perché si è sempre fatto così, cambiare non è facile. Rinnovo però l’invito non solo ad armarsi di santa pazienza, ma anche a utilizzare canali alternativi".

Ovvero?

"Per poter prenotare ci sono il laboratorio CupWeb, la farmacia, i medici di medicina generale. Anche con il Cup telefonico stiamo andando un po’ meglio".

In che senso?

"Avevamo circa 7000 chiamate al giorno, con possibilità di rispondere a 4000, mentre adesso c’è meno pressione. Ci aspettiamo che anche in futuro possa migliorare, considerato anche il servizio di avviso delle visite ricollocate che questa settimana ha inviato migliaia di sms".

Ci può dare un dato, anche su questo?

"Aggiornato a ieri (19 giugno, ndr) si contano 6800 sms inviati. A quel punto il paziente può direttamente stampare il proprio foglio di prenotazione, oppure disdire se non riesce a presentarsi o la visita non serve più. Ci tengo a precisare che, mai come oggi, un appuntamento può essere prezioso e quindi, se lo si ritiene necessario, è fondamentale disdire".

Le prestazioni spostate avanti sono quelle da marzo a giugno 2020. Serviranno altri quattro mesi per andare in pari?

"Essendo i tempi di servizio quantomeno raddoppiati, ritengo che calcolare un mese e venti giorni sia più realistico, rispetto a un rapporto 1 a 1. Ci tengo però a tranquillizzare i cittadini, di nuovo. Le visite saranno tutte riprogrammate, non è necessario che si arrabbino se non riescono a trovare libera la linea telefonica e chi non ha lasciato un cellulare sarà ricontattato su numero fisso".

Il timore che già c’è, per l’autunno, è anche quello di una nuova ondata di contagi.

"E’ un timore che condividiamo. Cercheremo di recuperare tutto entro ottobre, faremo l’impossibile".