"La causa è la speculazione, non la guerra"

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Dario

Domenichini*

aumento dei costi energetici rischia di mettere tante imprese fuori mercato. Mi riferisco in particolare alla ristorazione, all’alberghiero ma anche il settore alimentare, più in generale tutte le imprese del turismo, del commercio, dei servizi già molto indebolite da due anni di pandemia, ora non possono fare i conti con aumenti del costo dell’energia che arrivano anche al 500%. Se non vogliamo assistere a migliaia di chiusure diventa indispensabile sostenere questi settori con interventi importanti, nella speranza che si riesca nel breve periodo a stabilizzare i prezzi energetici e riportare la situazione a livelli sostenibili. A questo si aggiunge la spirale di aumenti dei costi delle materie prime: una vampata inflattiva, con gravi conseguenze sui consumi interni, anche perché i costi dell’energia gravano sì sulle imprese ma anche sulle famiglie che inevitabilmente dovranno rimodulare la destinazione delle risorse del budget familiare, per coprire la spesa energetica. Purtroppo si cerca poi di scaricare sugli effetti della guerra in Ucraina la colpa dell’aumento dei costi, quando ormai è chiaro a tutti che la crescita dei costi energetici, iniziati ben prima della guerra, è da imputare in buona parte alla speculazione. Ci saremmo aspettati un intervento governativo come il tetto al prezzo del gas che arginasse le pratiche speculative ma ad oggi ancora non c’è accordo tra le forze politiche. Così come non si capisce perché le fonti energetiche alternative, dal Fotovoltaico all’Eolico, ai Termovalorizzatori per arrivare alle Biomasse, non abbiano mitigato gli aumenti, ma anzi sono servite a generare extra profitti incredibili che, nonostante gli annunci, è difficile recuperare e ridistribuire. In questo contesto la politica ha pensato bene di affrontare questa situazione, che possiamo catalogare come una delle peggiori crisi del dopoguerra, in campagna elettorale, dove ovviamente le promesse di aiuti si sprecano, ma di fatto abbiamo un Governo in carica solo per gli affari correnti e con tutta probabilità non vedremo un Governo con pieni poteri fino alla fine d’ottobre. Servono invece urgentemente provvedimenti come il credito d’imposta, contributi a fondo perduto, ma anche incentivi alle imprese che si renderanno autonome dal punto di vista energetico attraverso fonti rinnovabili, anche in forma aggregata incentivando le comunità energetiche e accelerando sulla decarbonizzazione. Servirà alle imprese per contenere i costi e al pianeta per combattere i cambiamenti climatici.

*presidente

Confesercenti Reggio