La rapina poi il ristorante Bullo 17enne in comunità

La Mobile lo accusa di aver preso portafogli e carta di credito a un coetaneo. Nella stessa sera la gang bloccò un altro ragazzo in auto che riuscì a fuggire

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Fu una serata di lucida follia. Una rapina ai danni di una coppia a passeggio, un’altra fallita al termine di un inseguimento in auto. A distanza di poco più di un mese, è arrivato il conto. Il gip del tribunale dei minorenni di Bologna – sulla richiesta della Procura e sulla scorta delle indagini svolte dalla Squadra Mobile reggiana, diretta da Guglielmo Battisti – ha disposto il collocamento in comunità del protagonista della notte brava.

E’ un ragazzo di 17 anni che non studia e non lavora. Vive in una condizione di marginalità, nel disinteresse della famiglia.

La serata di violenza fu quella del 30 settembre scorso. Un primo episodio accadde in via Emilia all’Angelo.

Il giovane ora arrestato, in compagnia di due complici sbarra la strada ad una coppia di giovanissimi, una ragazza e un ragazzo di diciotto e diciannove anni. Intuendo subito che si tratta di un’aggressione, il giovane fuggì, ma venne raggiunto dal gruppetto di violenti e costretto a consegnare il portafogli.

La gang fugge nell’oscurità. Controlla il bottino. Trova una carta di credito e decide di metterla a frutto. Varca la soglia di un ristorante e ordina dei piatti d’asporto. La carta però richiede un pin, la banda non ce l’ha.

Più tardi il gruppo ci riprova. Questa volta in auto, in via fratelli Cervi. Solo un po’ più avanti rispetto alla rapina di prima. La sicumera è tale da non consigliare ai malviventi di cambiare zona: che importa?

Il gruppetto individua alla guida un coetaneo poco più che diciottenne, lo segue con la propria auto, lo sorpassa e, con una manovra repentina, lo costringe a frenare. La vittima intuisce al volo. Nonostante sia fresco di patente, riesce a disimpegnarsi con la propria auto e a sottrarsi all’aggressione.

Due episodi che allarmano. Ma che danno anche la misura del degrado sociale in cui si muovono questa gang.

Le azioni violente e pericolose, di per sé sempre inaccettabili, sono infatti finalizzate al soddisfacimento di piccoli lussi, come la cena al ristorante. Sembrano azioni mutuate dalle serie tv sulla criminalità organizzata.

Ma nella vicenda c’è anche un risvolto positivo: il giovane che era stato bloccato in auto, non si è accontentato di essere sfuggito: come era giusto fare, ha presentato denuncia in polizia. E ha contribuito così ad assicurare alla giustizia il 17enne.

"La questura, che da tempo ha acceso un focus sulla criminalità che coinvolge minori e giovanissimi – si legge in una nota diramata da via Dante – invita tutti coloro che abbiano subito comportamenti penalmente rilevanti a rivolgersi con fiducia alle Forze dell’ordine denunciando quanto subìto.

Il provvedimento cautelare a carico del 17enne è il terzo, in pochi mesi, relativo a minorenni. Uno aveva compiuto delle rapine, un altro aveva lanciato due bottiglie molotov contro la porta d’ingresso di una famiglia rivale.

Andrea Fiori