La Stanza del Commissario: "Il mio è un incontro mancato"

Salvatore Blasco racconta la sua esperienza di un matrimonio mancato a 45 anni, riflettendo sulle difficoltà di costruire una relazione stabile mentre si perseguono obiettivi professionali. La priorità diventa il benessere del figlio.

La Stanza del Commissario: "Il mio è un incontro mancato"

La Stanza del Commissario: "Il mio è un incontro mancato"

Oggi, più che di un incontro parlerò di un incontro mancato. Mi riferisco al matrimonio che non c’è stato e, tramite la mia esperienza, mi rivolgo a tutti coloro che, come me, non hanno ancora fatto il grande passo.

La premessa è che, di nuovo single a 45 anni, evidentemente il matrimonio non può essere una mia priorità. Lo era un tempo? Direi di no, sebbene certamente mi vedevo marito in una famiglia tradizionale e non padre separato con un figlio piccolo. Credevo d’esserci quasi ultimamente. Poi mi sono sentito trattato come un mezzo e non come un fine e, a malincuore (e “mal di cuore”), ho pensato fosse meglio lasciar stare. Eppure, le mie compagne del liceo ne erano convinte: “Sarai il primo a sposarti!”.

Sono rimaste sorprese, così come quando mi dissero: “Salvatò ma tu che ci fai con un’arma in mano?” Poi le prime comparsate in tv le fecero ricredere, quasi come se le interviste sul grande schermo fossero il giusto metro di paragone per valutare la bontà del nostro lavoro.

A proposito: lavoro e matrimonio mancato sono strettamente collegati. Se vinci un concorso come il mio a 30 anni e decidi di dedicarne circa 10 alla polizia giudiziaria in giro per l’Italia, è evidente che un po’ di difficoltà a costruire una relazione stabile potresti averla. Poi, più vai avanti, più è difficile adeguarti a relazioni che non siano piene di tutto, soprattutto quando questo tutto hai avuto la fortuna di sperimentarlo.

La mia amica romana Marina, circa 10 anni fa, mi disse: “Ah Sa, alla tua età tutti si sposano. Tra qualche anno vedrai che in tanti si separano!”.

Non le detti ascolto: “Finalmente è il tuo momento!” – mi disse la nonna calabrese che oggi di anni ne ha quasi 100, vedova da quando ne aveva 54 (sarà un caso la sua longevità?), quando le comunicai che la mia compagna era incinta.

“Moglie e buoi dei paesi tuoi” - m’avrebbe detto l’altra nonna che non c’era più, decisamente più saggia. Non ci fu alcun matrimonio ma solo una separazione dolorosa con un bimbo innocente di mezzo, il cui benessere è diventata la mia reale priorità.

“Ah Sa: che t’avevo detto?” Ed io: “Marì, ma non potevi essere più chiara?” Poi, la scorsa settimana, ho assistito ad un matrimonio davvero speciale che vi racconterò nel prossimo numero di questa “stanza” che come i miei libri, ogni tanto si trasforma in “diario” …

Salvatore Blasco