BENEDETTA SALSI
Cronaca

L’autore Francesco Lenzini: "Matilde, Ariosto e Correggio. Servono percorsi tematici per diventare attrattivi"

il divulgatore e professore al Politecnico di Milano: "Perché non raccontiamo il nostro ’tessile’?. Per rilanciare il centro, dopo il bando facciate, serve un intervento orizzontale sulla pavimentazione".

L’autore Francesco Lenzini: "Matilde, Ariosto e Correggio. Servono percorsi tematici per diventare attrattivi"

L’autore Francesco Lenzini: "Matilde, Ariosto e Correggio. Servono percorsi tematici per diventare attrattivi"

di Benedetta

Salsi

Francesco Lenzini, 45 anni, è architetto, scrittore, autore di numerose pubblicazioni di rilievo sullo spazio pubblico e allestitore (è da poco reduce dalla mostra sulla ’ Tovaglia del Perdono’ ai Musei Vaticani), docente al Politecnico di Milano ("insegno progetto dello spazio aperto urbano") e professore di storia dell’Arte al liceo Iess di piazza Prampolini. Tanti anni di servizio tra gli scout Cngei ("ho dato tante delle mie energie migliori allo scoutismo reggiano") e un presente da narratore e divulgatore culturale. Un impegno che gli è già valso l’appellativo di "Federico Buffa della storia dell’arte", per il suo nuovo impegno di storyteller di alcune delle figure più geniali del passato, sui palcoscenici dei teatri italiani.

Lenzini, che fotografia scatterebbe della Reggio di oggi?

"Reggio è una città che ha bisogno di arricchire la sua percezione di sé attraverso nuove narrazioni. Più incentrate sul presente e più aperte su un passato che non si esaurisce negli eventi pur fondamentali del Novecento. Quali sono oggi i motori che alimentano la vita culturale economica e sociale della città? In che modo sono percepiti dai cittadini e in che modo da coloro che approcciano la nostra città? Faccio un esempio: Reggio è una città che nei secoli si è distinta per il suo artigianato tessile. Un settore nel quale noi esprimiamo ancora a diversi livelli reali punte di eccellenza. Quale spazio viene dato a questa narrazione?"

Un diverso tipo di narrazione del nostro passato potrebbe dare una svolta positiva anche al turismo?

"Queste narrazioni sono fondamentali per accrescere l’attrattivita della città. Reggio offre diversi spunti interessanti ma non mi pare che si traducano in itinerari e offerte che possano essere realmente competitive con la realtà contemporanea.. Per essere una meta turistica occorre studiare strategie di valorizzazione mirate. Persino sulla storia, legate ai personaggi più illustri della nostra città, non abbiamo proposte forti o itinerari tematici: Matilde, Ariosto, Correggio. Manca uno storytelling di personaggi, offrire a chi approccia questa città una chiave di lettura che leghi i luoghi e i patrimoni immateriali in un sistema che funziona. Noi abbiamo competitor molto agguerriti. Diventa molto difficile scegliere Reggio per una gita fuori porta. Attenzione però, il place marketing non si improvvisa occorre studiare e focalizzare punti di ampia condivisione".

Parliamo del centro storico: luogo in cui lei abita e lavora e a cui è particolarmente legato. È innegabile che stia attraversando un profondo processo di mutamento e, per molti aspetti, di crisi.

"In questo processo il centro svolge un ruolo fondamentale. Il nostro esagono ha bisogno di una nuova vitalità. Deve trovare politiche di nuova residenzialità e favorire servizi che muovano microeconomie. In questo senso l’università è una grande opportunità".

Il professor Cadoppi sul nostro giornale ha rilanciato l’idea di dare un ruolo centrale universitario all’edificio dell’ex Banca d’Italia.

"Credo che consolidare la realtà universitaria nell’area giardini e di piazza della Vittoria sia molto ragionevole. Occorre poi trovare il coraggio di alcuni interventi di sistema per dare qualità urbana. Penso ad un progetto di pavimentazione della città storica rispetto al quale siamo in forte ritardo. Non si tratta solo di rendere sicure e fruibili strade asfaltate, spesso in cattive condizioni, ma di ridisegnare la facies della città. Ho apprezzato gli effetti del bando facciate, ma per un ulteriore salto di qualità occorre agire sulle superfici orizzontali con un progetto coordinato. Sarebbe anche l’occasione per ridefinire una città a misura d’uomo attraverso il disegno dello spazio pubblico".

La percorribilità del centro storico passa certamente da alcune scelte che hanno generato ampio dibattito, come l’ampliamento della Ztl o l’annosa questione dei parcheggi per l’esagono.

"Alcuni dei problemi del centro sono certamente legati all’accessibilità e ai parcheggi, per i quali occorre trovare il coraggio di soluzioni di ampio respiro. Spesso si sono affrontati i problemi di accessibilità in modo puntuale mentre occorre una visione d’insieme del sistema viabilistico della città. Il problema non è di natura puntuale: la Ztl di corso Garibaldi o altri esempi che di volta in volta vengono additati, ma una oggettiva difficoltà a connettere il centro con le aree della prima fascia di espansione e garantire la possibilità di parcheggiare e raggiungere facilmente il cuore della città".

Una ’connessione’ che in undici anni si è faticato a mettere a terra per la stazione di Calatrava...

"Sì, parlando di sistema fa sorridere che si parli solo ora di collegamenti con la Mediopadana. Meglio tardi che mai. Credo che attraverso la stazione Mediopadana Reggio possa e debba divenire una testa di ponte per la valorizzazione del patrimonio non solo cittadino ma dell’intera provincia".

Che cosa manca all’offerta culturale reggiana per diventare più attrattiva?

"La cultura deve aprirsi a una offerta più ampia trovando gli spazi e le occasioni per poter ospitare anche eventi di livello nazionale. A me stupisce che una città come questa non abbia uno spazio per grandi mostre o per eventi di ampia scala: i Chiostri di San Pietro sono una possibilità, ma non mi pare che siano sfruttati a pieno. A Forlì fanno una mostra dei preraffaelliti e noi dove la facciamo? Forse una città che vuole essere di un’altra caratura se ne deve dotare, una volta che si è concertato a livello politico e sociale qual è il destino della città. Penso che anche le forze economiche della città dovrebbero concorrere più attivamente a supporto di tali iniziative".

Un esempio concreto potrebbe essere quello del futuro dell’area del campovolo.

"Certo.Una partita aperta di recente è quella della Rcf Arena, per la quale occorre studiare strategie per generare ricadute forti sulla città evitando al contempo il collasso temporaneo del sistema viabilistico".

Che ruolo ha la politica in tutto questo?

"Reggio è una città dalla forte vis politica. C’è molta partecipazione e conseguente tensione. Credo sia un tratto caratterizzante importante della nostra città. Al contempo mi pare che spesso problemi di natura tecnica vengano caricati di valenze ideologiche non sempre a mio parere in modo costruttivo. Auspico per il futuro una maggiore collaborazione tra le parti politiche nella risoluzione di problemi che richiedono soluzioni efficaci sotto un profilo tecnico gestionale che possono essere condivise".

Che cosa vorrebbe dal prossimo sindaco di Reggio?

"Credo che il futuro della città si giochi sopratutto nel suo confronto con la realtà allargata e mi piacerebbe all’interno delle sue anime politiche una maggiore capacità di collaborare per il bene comune".