Ma c’è ancora chi ci crede "Fidatevi, ne vale la pena"

L’esperienza dei giovani reggiani Erika e Emiliano, lei architetto e lui geologo "Le nozze costano caro? Economico e bello si può fare. Ciò che conta è l’amore"

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Tra le amiche, lei è una delle ultime a sposarsi. È un architetto reggiana ed è cresciuta andando a messa e frequentando l’oratorio. Proprio per questo sa bene che il matrimonio non è semplicemente una cerimonia che si fa in chiesa, coi fiori, l’abito, le foto ma è soprattutto un sacramento che da inizio ad una nuova comunità familiare. Lui, invece, tra gli amici è il primo. E’ un geologo, montanaro doc, e nella parola ‘matrimonio’, prima di incontrare Lei, non aveva ancora riscontrato il senso della vita.

Due mondi distanti che il 12 agosto del 2015 si sono toccati, quando ad un pranzo di compleanno di un amico in comune sulle colline reggiane, Erika ed Emiliano, entrambi ventotto anni, si sono conosciuti. Dopo sei anni di fidanzamento, il 18 luglio dell’anno scorso è arrivata la proposta.

"Da lì ad una settimana avrei avuto l’Esame di Stato, studiavo molto – ricorda Erika, ancora con il sorriso – Una domenica sera, dopo aver fatto tante mappe concettuali, mi ha chiesto di fare una passeggiata e sotto la Torre Romana del castello di Viano mi ha chiesto di sposarlo". Organizzare un matrimonio però non è cosa facile, specialmente se ci si ritrova a pianificarlo dopo una pandemia globale, con tutte le conseguenze che porta una guerra nel pieno dell’Europa, e l’inflazione alle stelle.

"Abbiamo cercato una via di mezzo che fosse affrontabile a livello economico e non lasciasse a casa nessuno. Meglio qualcosa di meno ‘chic’ ma una persona in più nel giorno più bello della nostra vita", spiegano Erika ed Emiliano. Appassionati entrambi della potente feudataria Matilde di Canossa, il 28 maggio l’architetto e il geologo si sono scambiati le fedi e promesso amore eterno proprio alla Pieve di Santa Maria Assunta di Toano.

"Abbiamo allestito il ricevimento, con la Pro Loco – continuano – in una casa che in realtà non è né un ristorante e né una villa ma è davvero molto bella. A servire c’erano gli scout". Il ricevimento per i due giovani è diventato anche occasione per sensibilizzare i prodotti locali. "Noi abbiamo preparato i tortelli, poi ci siamo appoggiati a forni locali e a realtà a chilometro zero". Così, provando a ‘tirare’ da un lato e dall’altro, Erika e Emiliano hanno affrontato, a livello economico, il matrimonio. Oggi però tante volte questo sacramento non riesce a trovare posto nelle vite di chi è giovane e non ha fiducia nel futuro incerto di domani, che continua a cercare un giusto equilibrio tra i salari inadeguati ed i problemi della società. I giovani sposi, sono infatti consapevoli che non sempre si ha ben chiaro il proprio piano di vita, visti i tempi.

"Tutto ruota attorno al progetto che si ha voglia di mettere in campo – commentano – Ammettendo che a trent’anni questo sia chiaro, perchè per molti può essere ancora un po’ nebuloso, diventando complicato riuscire a capire se si ha, o meno, interesse a costruire una famiglia, sposandosi". Tuttavia per Erika ed Emiliano le nozze rappresentano la prerogativa fondamentale per realizzare, con una base solida, qualcosa di molto più ampio nel futuro. Per loro, questo sacramento non è la fine di qualcosa o la certificazione di qualcos’altro e, anzi, esortano ad avere il coraggio di fare il ‘grande passo’. "Nel momento in cui si conosce la persona che si ha intenzione di sposare – concludono – lo consigliamo. E’ un inizio totalmente nuovo, che crediamo valga la pena percorrere".

Ylenia Rocco