Manifattura Riese, nuova fumata nera

L’azienda diserta ancora. I sindacati tuonano: "Comportamento inaccettabile, Confindustria si dissoci"

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Fumata nera anche per il secondo tavolo di crisi promosso dal Mise per la vertenza Riese (marchio Navigare). La proprietà, nonostante le ripetute sollecitazioni, non si è presentata e, questa volta, neppure il liquidatore. "Era presente Confindustria – commenta Roberto Guardiello della Femca Cisl -. Sia noi sindacati che il dirigente de Ministero hanno chiesto all’associazione di prendere una posizione pubblica di distanza dal comportamento della proprietà. Se, come ha avuto modo di dire, Confindustria (che è firmataria del Patto per il Lavoro) non condivide il non presentarsi della proprietà e, a monte, la scelta di chiudere e monetizzare il marchio, che lo manifesti, ne va anche della sua credibilità e magari questo potrebbe aiutare alla instaurazione di un confronto o a fare ragionare la proprietà".

Ora si punta al 28 luglio, all’incontro con il Ministero del Lavoro: "A quella data – prosegue il sindacalista – scade il termine per la procedura di licenziamento. Il che significa che dai primi di agosto potrebbero partire le lettere di licenziamento per gli 80 dipendenti. Noi in quella sede ribadiremo la nostra richiesta: ritirare la procedura di licenziamento e avviare strumenti come ammortizzatori, cassa integrazione, per cercare di capire come si possano salvare i lavoratori e la continuità dell’azienda. Se non si giungerà ad un accordo, chiederemo almeno una ‘dilazione’ sui tempi, per vedere se si riesce a trovare una soluzione. Se anche questo ci verrà negato, siamo pronti a fare partire 80 cause legali, una per ogni lavoratore licenziato, rimettendo la questione ad un giudice. Soluzione, comunque, non piacevole per nessuna delle parti, proprietà compresa. Le alternative tecniche esistono, dipende solo da quanto la proprietà ha intesse a tutelare dipendenti e attività produttiva".

"Siamo sconcertati, delusi e arrabbiati dal comportamento tenuto dalla proprietà tutta - conclude Stefania Gasparini, vice sindaco e assessore all’Economia -. La mancata presenza oggi di un qualsiasi rappresentate dell’azienda non può essere un comportamento accettato dalle istituzioni tutte. Si deve lavorare affinché questi episodi non possano più succedere. Nel frattempo, la priorità rimane la salvaguardia del lavoro e costruire ogni strada per dare un presente e un futuro dignitoso ai lavoratori". La vicenda è finita anche in Regione, con una risoluzione votata all’unanimità che impegna la giunta "a favorire l’organizzazione di percorsi mirati alla ricollocazione occupazionale, in una zona della nostra Regione".

Maria Silvia Cabri